È partito il 27 ottobre scorso a Cagliari, il festival Uno Sguardo Normale Expo – Sardinia Queer Short Film Festival a cura dell’Associazione Culturale e di Volontariato ARC Onlus e continuerà in questi giorni e per tutta la seconda settimana di novembre con la presentazione di lungometraggi e libri, nonché con mostre e documentari sempre a tematica Lgbt.
I cortometraggi in concorso
Si è già svolto, tra il 27 e sabato e il 28 ottobre il concorso per i cortometraggi: quest’anno, si apprende dagli organizzatori, hanno partecipato ben ventotto pellicole provenienti da ventuno paesi diversi. Tra i titoli proposti possiamo ricordare Café Desvelado di Pamela Castillo (Perù, 2017) e Hi, It’s Your Mother del canadese Daniel Sterlin-Altman (2016), ma abbiamo proposte anche dall’Asia, come Naughty Amelia Jane di Risheeta Agrawal (India, 2017) o ancora Rebirth di Zehra Gokcimen e Gokce Oraloglu (Turchia, 2017), fino ad arrivare alle produzioni europee in gara. La premiazione delle opere vincitrici – tre i premi previsti – avverrà sabato 11 novembre.
I film proposti per l’edizione 2017
Prevista, inoltre, la proiezione di lungometraggi. Tra i titoli proposti sono già stati presentati Il padre d’Italia, di Fabio Mollo – in giuria, per altro, quest’anno insieme ad altri volti cari alla gay community italiana – e 120 battiti al minuto di Robin Campillo, che ha già toccato il cuore di migliaia di spettatori e spettatrici ma che è anche stato al centro di dibattito e polemiche. Tra i film che andranno in proiezione, ricordiamo ancora My nature di Massimiliano Ferraina e Gianluca Loffredo, mentre il festival si concluderà – come da tradizione – con la proiezione di un classico della cinematografia a tematica arcobaleno: quest’anno è la volta di Maurice, di James Ivory.
Tra libri e mostre arcobaleno
L’evento proseguirà con la presentazione mostre e opere letterarie: a tale proposito, per quanto riguarda i libri, ricordiamo che già il 3 novembre scorso è stato ospite del festiva Fabio Canino, con la sua ultima fatica letteraria Rainbow Republic. Tra gli altri appuntamenti ricordiamo la mostra Cercando il paradiso perduto – Quarant’anni (e passa) in movimento: «Più di cento scatti realizzati dal fotografo Giovanni Rodella» possiamo leggere sul sito dell’evento «in occasione di svariate manifestazioni organizzate da attivisti LGBT a partire dalla metà degli anni Settanta per arrivare ai giorni nostri: dai leggendari camping greci organizzati da Lambda nel 1978 alle manifestazioni delle Famiglie Arcobaleno degli ultimi anni, passando per le Giornate dell’Orgoglio Omosessuale del 1980 e il World Pride del 2000».
Un buon motivo per andare al festival
«L’obiettivo è quello di sensibilizzare la società, attraverso l’universale mezzo di comunicazione del cinema», si legge sul sito del festival, e «sui temi delle differenze di orientamento sessuale e di identità di genere, e sulla necessità di raggiungere equivalenti diritti civili per tutte e tutti». E non solo: «l’ARC» si legge ancora «vuole valorizzare e promuovere le produzioni cinematografiche, anche piccole e piccolissime, dedicate a questi temi» oltre a «favorire il confronto e lo scambio culturale tra le produzioni di paesi diversi». Un’occasione, insomma, che parte dalla comunità arcobaleno e che diventa occasione per creare cultura, tessuto sociale e lotta alle discriminazione. Un buon motivo per esserci, insomma. Fosse anche solo questo. Mentre, e lo abbiamo visto, è tanto altro ancora.