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Uno sguardo normale, torna il Sardinia Queer Festival

Riparte stasera la nuova edizione di Uno Sguardo Normale Expo – Sardinia Queer Short Film Festival, che proporrà anche quest’anno una ricca rassegna di cortometraggi e lungometraggi a tematica Lgbt e queer. L’evento si terrà a Cagliari ed è organizzato da Arc Cagliari, da ARCinema e dall’organizzazione studentesca UniversitARC.

Un calendario molto ricco

Come riportano le realtà organizzatrici nel comunicato di presentazione dell’evento, «il ricco calendario, ospitato al Cineteatro Nanni Loy di via Trentino a Cagliari tra lunedì 3 e sabato 8 dicembre, sarà anticipato dalla maratona di proiezioni dei 38 cortometraggi selezionati per Sardinia Queer Short Film Festival, in calendario nei giorni 30 novembre e 1 dicembre».

Il record del 2018

I cortometraggi sono stati «scelti tra ben 741 opere iscritte al concorso da 69 paesi diversi, per oltre 124 ore di visione». Un vero e proprio record, visto che nelle edizioni precedenti le iscrizioni contavano numeri più contenuti. Vari i paesi di provenienza, dall’Argentina all’Australia, passando per diversi paesi europei fino alle rappresentanze asiatiche di Austria, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, India, Indonesia, Israele.

La giuria

Tra i giurati, che assegneranno il Sardinia Queer Award, «il premio di 2000 euro assegnato dalla Giuria del Festival» ci sono il giornalista e critico cinematografico sardo Sergio Naitza, Franco Grillini il cui nome non ha bisogno di ulteriori presentazioni, il regista Bartholomew Sammut, la storica Loredana Rossi e Federica Cozzella, «grafica, web designer e rappresentante del direttivo nazionale di Alfi – Associazione Lesbiche Femministe Italiane».

Una narrazione rainbow

Un’edizione che si preannuncia ricca e rappresentativa della cultura e dell’identità della comunità Lgbt sarda e nazionale, con uno sguardo che varca i nostri confini e che vuole offrire alla società tutta una rappresentazione del nostro mondo che parla il nostro linguaggio, propone le nostre grammatiche relazionali e identitarie e colora anche il mondo del cinema con i colori del rainbow. Da non perdere, insomma.

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