Secondo le stime di alcune organizzazioni che si occupano della salute mentale dei più giovani, la vittoria del “sì” per il matrimonio egualitario in Australia sarebbe in grado di prevenire circa 3000 tentativi di suicidio l’anno. A rivelarlo sono l’Australia’s National Youth Mental Health Foundation, il centro di salute mentale giovanile Orygen,il Black Dog Institute specializzato in depressione e bipolarismo, Reach Out e il Brain & Mind Centre dell’Università di Sydney. Tutte queste organizzazioni si sono dichiarate “al cento per cento a favore del sì al matrimonio egualitario”.
#mindthefacts
Per sensibilizzare su questo aspetto della questione, è stata lanciata la campagna #mindthefacts (attenzione ai fatti).
Quello che gli esperti di salute mentale dei giovani vogliono è che, quando votano, “gli australiani considerino attentamente il legame, reale e devastante, tra il tasso di suicidi tra i giovani e le discriminazioni contro le persone LGBTIQ”.
I dati arrivano da studi verificati che confermano l’impatto negativo che omofobia, transfobia e bifobia hanno nei confronti delle ragazze e dei ragazzi.
Dati già verificati altrove
Dove il matrimonio egualitario è già legge, diverse ricerche hanno provato un calo nel numero di suicidi tra i più giovani, com’è successo, ad esempio, negli Usa dove si parla di una riduzione del 7 per cento. Questo, rapportato all’Australia, secondo i calcoli fatti dal Secondo Sondaggio sulla salute mentale e il benessere dei bambini e degli adolescenti, si tradurrebbe in almeno 3000 tentativi di suicidio in meno tra gli studenti della scuola secondaria australiana.
“Non è una campagna politica”
“Le statistiche sottolineano sia l’impatto umano delle attuali discriminazioni contro le relazioni tre persone LGBTQI, sia il futuro positivo che il matrimonio egualitario può rappresentare per l’Australia – ha dichiarato Jono Nicholas, Ceo di ReachOut -. Ecco perché chiediamo agli australiani di #mondthefacts e votare “sì” quando riempiranno il modulo per il voto postale”. “Questa non è una campagna politica – ha sottolineato -, né ideologica né che intenda offendere chi vota “no”. Stiamo solo chiedendo agli australiani di considerare il fatto che votare “sì” cambierà indiscutibilmente in meglio le vite di migliaia di giovani”.
Il voto postale in corso in Australia
Dallo scorso 12 settembre, gli australiani possono esprimere il loro sì o il loro no al matrimonio egualitario con una consultazione via posta voluta dal governo. L’esito del referendum, tuttavia, non sarà vincolante per il parlamento che potrà scegliere se estendere o no il matrimonio alle coppie gay e lesbiche a prescindere dalla volontà espressa dagli australiani.