Pace fatta tra il Cafè Archimede e la comunità lgbt siracusana. Nei giorni scorsi il bar era stato al centro di polemiche dopo che una coppia di suoi clienti aveva denunciato un episodio di omofobia ai propri danni. Secondo il racconto di Michele Di Franca, infatti, un bacio tra lui e il suo compagno aveva provocato la reazione del gestore e di un cameriere del locale che avevano chiesto ai due di allontanarsi dallo sguardo dei passanti entrando all’interno del locale.
Ieri sera i proprietari del bar hanno incontrato le associazioni lgbt cittadine e la coppia di clienti per chiarire l’accaduto.
“Siamo soddisfatti dell’incontro – ha dichiarato in una nota l’associazione Stonewall GLBT che insieme ad Arcigay Siracusa si è confrontata con i proprietari del bar -. È apparso evidente che non si è trattato di un caso di omofobia, ma di un fraintendimento tra le parti, nonchè di un errore fatto, dal sig.Gentile, in assoluta buonafede. Lo stesso si è infatti scusato con la coppia di ragazzi e con tutta la comunità LGBT per quanto accaduto”. “Alla fine dell’incontro – chiude la nota – i proprietari hanno voluto, fare una foto ‘di gruppo’ con il cartello della campagna #STOPOMOFOBIA per ribadire che, nel loro locale, tutti e tutte, nessuno escluso, sono i benvenuti. Riconoscere pubblicamente i propri errori e i propri “limiti” è qualcosa che fa onore, un gesto da apprezzare e valorizzare”.
A stretto giro, anche i proprietari del bar hanno diffuso una nota.
“Il ‘fatto’ che è stato riportato su una serie di articoli (che ho poi verificato successivamente) mi ha lasciato l’amaro in bocca – scrive Stefano Gentile, titolare del Cafè Archimede -, non solo perché non ho mai voluto escludere nessuno nella mia attività, sia che si parli di dipendenti, sia che ci si riferisca ai miei clienti, come potrei? Sono loro che mi permettono di tenere aperta una attività così impegnativa e stancante, ma che mi dà tante soddisfazioni. Ma soprattutto perché non avevo nessuna intenzione pregiudiziale quella sera. Sono molto amareggiato e dispiaciuto”.
Ammette, il signor Gentile, di avere chiesto ai suoi clienti di mantenere un certo decoro.
“Sì corrisponde al vero che ho detto ai due ragazzi, già miei clienti, di essere in un luogo aperto al pubblico e di tenere un atteggiamento più sobrio – scrive -, ma gli stessi erano da alcune ore nella mia veranda che chiacchieravano e si baciavano, senza che né io né i miei collaboratori avessimo da ridire. Verso la fine della serata alcuni atteggiamenti mi sono sembrati ‘eccessivi’ e probabilmente, in un eccesso di zelo, non ho detto di smetterla, ma solo di non esagerare. Di questo mi scuso di nuovo, ma lo avevo già fatto, subito dopo l’alterco che n’è scaturito, perché ho capito che forse il mio atteggiamento è stato interpretato come discriminatorio”.
Date le scuse porte immediatamente alla coppia, Gentile pensava che la questione fosse finita lì. “In tutta sincerità non credevo che mi sarei mai trovato nel ‘tritacarne’ dei social e dei giudizi approssimativi sulla mia persona – scrive -, ma soprattutto nei confronti del mio bar, un bar aperto a tutti, che non discrimina, che vuole o cerca con tanti sforzi di dare il suo piccolo contributo alla mia Città, al bellissimo centro storico, luogo di bellezza inestimabile ed oggi meta per il turismo internazionale”.
“Lo ripeto mi scuso – conclude Gentile -, ed invito tutti coloro che manifesteranno il 14, 15 e 16 luglio per il Siracusa Pride a considerare il mio bar un loro punto di riferimento, perché mai sono, mai siamo stati e mai saremo contro chi vuol vivere pubblicamente il proprio amore. Il bacio collettivo che si vuol tenere giorno 16 luglio in piazza Archimede di fronte il mio locale, non solo è gradito, ma spero che sia fatto senza nessun intento polemico, ma solo come gesto corale contro le discriminazioni di genere”.