Stamattina Luca e Alice non sono andati a scuola.
Le educatrici del nido di Alice, infatti, hanno deciso di aderire allo sciopero e alla manifestazione per l’otto marzo. A scuola di Luca, invece, purtroppo hanno deciso di non aderire.
Ma io ho comunque ritenuto di aderire indirettamente per loro e stamattina ho anche provato a spiegare a Luca (per quanto sia possibile spiegare certi temi ad un bambino che non ha nemmeno 5 anni) perché la scuola di Alice era chiusa e perché era importante questo sciopero.
La responsabilità di crescere un figlio maschio
Probabilmente lui, a parte la gioia di non andare a scuola, non ha capito tantissimo. Ma spero che certi discorsi rimangano anche solo minimamente dentro di lui, sedimentino, siano un piccolo germoglio.
Perché, come ho detto altrove “da padre di un figlio maschio sento su di me come genitore un compito importante e molto impegnativo.
Devo insegnare a Luca a rispettare gli altri, a non prevaricare, a non pensare che un’altra persona possa essere una proprietà o che una donna sia un essere da sposare e sottomettere. Devo insegnare a mio figlio il rispetto.
Devo insegnare a Luca ad essere femminista in una società che brandisce maschilismo ed eterosessismo come fossero un’arma che non ammette alcuno sconto”.
Solo ieri altri due femminicidi
Scrivevo queste cose 3 anni fa e oggi sono sempre attuali, ancora di più se fosse possibile.
E’ proprio di ieri la drammatica notizia di due ulteriori femminicidi, a Messina e Napoli.
Ed è sotto gli occhi di tutti il gravissimo clima di arretramento culturale in cui viviamo, ed episodi come quelli del volantino sessista della Lega di Crotone e del suo segretario Lorenzo Cerrelli sono solo la punta dell’iceberg.
Il rischio di tornare indietro
Non posso non essere preoccupato per la società in cui sta crescendo mia figlia Alice, per il ruolo a cui vuole relegarla una certa parte di società – al momento maggioranza.
E dunque devo insegnare ai miei figli che non c’è nulla da festeggiare l’8 marzo, che non c’è nessuna festa delle donne, ma che c’è una Giornata internazionale delle donne.
Non è importante che io lo spieghi solo ad Alice, che presto scoprirà da sola le assurde discriminazioni di cui sono tuttora vittima le donne (e spero che quando lo scoprirà avrà avuto da noi i giusti strumenti per combatterle).
Niente mimose: in piazza con le donne
E’ importante che io lo spieghi anche e soprattutto a Luca, in modo che egli quando sarà più grande, se ancora (come temo) l’8 marzo non ci sarà da festeggiare non regali delle mimose, ma scenda in piazza.
Spero che senta da solo l’esigenza di farlo, come ho detto altrove, per sua sorella Alice, per mia sorella, per mia madre che non c’è più.
Per le sue amiche e persino per le donne che non conoscerà.
E soprattutto per se stesso: perché vorrà dire che i suoi ideali sono alti.
Buona Giornata Internazionale delle Donne!