Entrambe mamme dei loro gemelli, anche se non sono mai state unite civilmente e, soprattutto, anche se ora sono separate.
Con una sentenza emessa qualche giorno fa dal Tribunale per i Minori di Bologna, il giudice Spadaro ha segnato un altro, importantissimo passo nella battaglia per i diritti dei bambini delle famiglie arcobaleno.
La scelta di diventare mamme
Le due donne avevano deciso di diventare mamme quando erano ancora una coppia. Come succede a tutte le coppie, però, qualche anno dopo hanno deciso di separarsi. I bimbi, però, vengono prima di tutto e così decidono di chiedere comunque il riconoscimento della mamma sociale tramite la stepchild adoption.
Mamme anche da separate
Non era mai successo prima, a nostra memoria, che un Tribunale riconoscesse ad una coppia dello stesso sesso separata l’adozione del figlio della partner. Ma il giudice spiega nella sentenza che, pur non essendo più una coppia, le due donne hanno continuato a svolgere insieme la funzione genitoriale. Ruolo che deve essere riconosciuto anche alla mamma sociale, nell’interesse dei minori che adesso hanno sei anni.
L’avvocato: “Sentenza importantissima”
“E’ una sentenza importantissima che apre uno spiraglio per tutte le coppie di genitori separati che finora non potevano avere accesso all’istituto della stepchild adoption – commenta l’avv. Michele Giarratano, membro di Gay Lex e del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno, che ha assistito le due donne -. Il Presidente Spadaro con quest’ultima importante sentenza, prima di lasciare il Tribunale per i minorenni di Bologna per andare a ricoprire lo stesso ruolo a Trento, consegna un altro importante tassello per i diritti dei minori delle coppie omogenitoriali
Famiglie Arcobaleno: “Importante sentenza, ma basta tribunali”
“E’ una sentenza di fondamentale importanza, specialmente per il benessere dei bambini che vedono riconosciute, finalmente, entrambe le mamme – aggiunge Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno -. Ma noi non vogliamo più dover passare dai tribunali perché le nostra famiglie abbiano la stessa dignità di tutte le altre”. “Basta dover ricorrere a un giudice per imporre la trascrizione di un atto di nascita, basta dover ricorrere ad un giudice per adottare figli che sono già nostri, basta tribunali, avvocati, assistenti sociali. Basta – conclude Goretti -. Quello che pretendiamo, con forza, è il riconoscimento dei figli alla nascita, come succede in qualsiasi altra famiglia. Non prendere questa strada significa perpetrare una intollerabile discriminazione ai danni, soprattutto, dei bambini e delle bambine. Basta”.