Le hostess e gli steward gay di Air France sono in rivolta. Dopo otto anni la loro compagnia aerea ripristina la tratta con Teheran, la capitale iraniana, grazie alla fine dell’embargo europeo verso l’Iran. Ai suoi dipendenti, l’azienda ha mandato una circolare in cui spiega alle donne che, una volta atterrate, dovranno indossare il velo. È stata subito protesta al punto che le hostess hanno ottenuto di non viaggiare su quella tratta. Ma c’è un altro problema e a sollevarlo sono i dipendenti gay. Com’è noto, infatti, l’Iran ha politiche estremamente omofobe e discriminatorie nei confronti delle persone omosessuali al punto da metterle a morte per impiccagione.
L’azienda, però, per ora non sembra essere intenzionata ad assecondare le richieste dei suoi steward. Pur ricordando le sue politiche di inclusione, ha ricordato tutti gli altri paesi serviti da Air France in cui le politiche locali non sono certo di apertura nei confronti delle persone omosessuali come la Tunisia, il Senegal e gli Emirati Arabi Uniti.
Vale la pena ricordare che durante l’ultima visita del presidente iraniano Rouhani in Francia, l’Eliseo ha annullato all’ultimo minuto la cena prevista tra il presidente e Hollande perché la delegazione di Teheran pretendeva che non ci fosse vino a tavola. Forse, è anche grazie a questo episodio che gli steward gay di Air France hanno pensato di trovare la giusta sensibilità, nell’azienda e nel governo, verso le loro istanze.
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