L’eco di Stonewall non solo parte da lontano, da quella notte di fine giugno al di là dell’oceano, a New York. Ma arriva altrettanto lontano, laddove non si sperava mai potessero arrivare. E dove invece, da quest’anno, giunge attraverso l’arte e la cultura. «Stonewall50 è il nome scelto da Dahlia, associazione culturale nata un anno fa a Palazzolo Acreide, per testimoniare la centralità del tema dei diritti civili e la necessità oggi più che mai attuale di difendere la piena praticabilità delle libertà costituzionalmente garantite». Nasce così il festival che si terrà domenica prossima, nel comune ibleo, nella provincia di Siracusa.
Un fitto programma di eventi
«Un piccolo centro come Palazzolo Acreide» si legge nel comunicato stampa di Dahlia, per il lancio del festival «barocco patrimonio dell’Unesco, e le rovine del castello medievale, dove l’evento sarà ospitato, sono lo sfondo ideale per una riflessione che si articolerà in proiezioni, musica, teatro e dibattiti sull’omofobia, sulla tutela delle scelte identitarie e delle differenze di genere». E così sono previste mostre fotografiche, attivisti e personaggi del mondo della cultura si incontreranno per discutere dell’emergenza democratica nel nostro Paese e ci sarà un ampio spazio dedicato alla cinematografia, con la proiezione di L’Unione falla forse di Fabio Leli e di Picchi chi è di Giuseppe Carleo. E ancora, teatro e dj set finale. «Un programma fittissimo per una kermesse che scommette con coraggio sulla coniugabilità dell’approfondimento con l’allegria superando cliché e stereotipi e guardando senza paura a una società in epocale cambiamento».
Un tributo ai 50 anni di Stonewall
«L’associazione culturale Dahlia è nata un anno fa, con scopo di trattare temi importanti: dalla legalità ai diritti civili e tutto ciò che ne concerne» dichiara a Gaypost.it il fotografo Rino Caracò, che ha fortemente voluto questo evento. «In un solo anno abbiamo fatto rinascere la memoria di Pippo Fava, insieme al suo lavoro di giornalista e artista. Dahlia in poco tempo è riuscita ad avere credibilità nel territorio e siamo felici di poterci mettere in gioco». Impegno che è partito dalla lotta alla mafia – Fava fu assassinato in un agguato mafioso – ed è arrivato ai diritti delle persone Lgbt: «Questo evento» continua Caracò «vuole essere un tributo ai cinquant’anni di lotta e un importante stimolo per trasmettere consapevolezza. Quella della storia alla comunità Lgbt+ e non solo». Parlando di attivismo, nel panorama italiano, con il linguaggio dell’arte, la delicatezza della poesia, la forza delle idee. In un contesto magico, come quello del castello medievale della città. La ribellione, nata mezzo secolo fa, diventa magia. In questo piccolo angolo di Sicilia, terra da sempre in prima linea per i diritti.