Storie

La storia di Gabriel, il ragazzo FtM in finale al concorso All about photo di New York

Il corpo racconta. Il corpo è soggetto politico. Quasi un anno fa mi stupii del vedere, durante il World Pride di New York, molte persone transgender FtM andare in giro a torso nudo. Con le cicatrici ben in vista. Era una questione di visibilità. Una riappropriazione. Il corpo che si plasma all’idea che si ha di esso. Se vogliamo, è una forma massima di libertà, quella di essere davvero se stessi/e. Ed è di questa libertà che parla l’immagine del fotografo siciliano Rino Caracò. Classe 1974, in prima linea nella lotta per i diritti civili – ha organizzato l’evento Stonewall 50 – è uno dei ventiquattro finalisti del concorso di ritratto All about photo, il magazine newyorkese distribuito in tutto il mondo a cadenza periodica. E che mostra e ci fa conoscere i migliori talenti contemporanei.

Chi è Gabriel

È di Gabriel il ritratto presentato dal fotografo siciliano. Un ragazzo FtM di Palermo. La sua mastectomia, appena fatta. Le ferite, le cicatrici. Un’immagine forte, che arriva al tuo sguardo come una scossa. Non puoi restare indifferente. C’è il sangue, c’è il significato di una vita intera. Di un percorso che ha raggiunto una tappa fondamentale. Ti sembra quasi di vedere la linea del bisturi, che lascia dietro di sé un rivolo rosso. Poi però lo sguardo si allarga. E raggiunge gli occhi di Gabriel. Ventidue anni, attivista: è il coordinatore del gruppo T giovani di Arcigay Palermo. E a quella tempesta fatta di cicatrici, segue la serenità del suo volto. Perché Gabriel, pare suggerire il ritratto, si è ritrovato.

La famiglia, accanto a lui nella sua scelta

Il ritratto in finale

Quella di Gabriel non è una storia drammatica, dichiara a Gaypost.it Caracò. Certo, ha dovuto fare il suo percorso. È inevitabile che il male del mondo provi a toccarti, d’altronde. Caracò allude ad un passaggio difficile, a scuola, ma non entra nel dettaglio. E poi – ed è quello che conta – insieme a Gabriel c’è stata la sua famiglia. A cominciare dalla madre, Caterina. La famiglia che ha compreso la necessità della transizione. E che gli ha dato la vita, per la seconda volta. Con la comprensione, l’accettazione. Forse è anche per questo che quegli occhi sono così fermi, nel ritratto. Se il taglio suggerisce movimento, il suo sguardo è fisso. È quello di un pantocratore laico: non promette né la fine dei tempi, né salvezza sovrumana. Racconta, semplicemente, ciò che è.

“Addolcire lo sguardo di chi ci guarda con sospetto”

«Sono out come persona trans ormai da tanti anni. La mia famiglia non solo mi ha accolto, amato e supportato in ogni fase del percorso, ma ha sempre sostenuto il mio fare attivismo in qualsiasi forma desiderassi farlo». Sono queste le dirette parole del protagonista del ritratto, rilasciate al nostro sito. Importante per Gabriel, ancora, la vicinanza degli amici. «Mi reputo una persona non solo fortunata e forte, ma anche privilegiata nel suo poter vivere alla luce del sole la propria vita da ragazzo trans. Se il mio corpo e la mia storia possono addolcire lo sguardo di chi ci guarda con sospetto, o addirittura far aprire gli occhi a chi non ci immagina nemmeno, ben venga». E non solo: «È importante fare sapere ai miei fratelli FtM, alle mie sorelle MtF e a* mie* cugin* non binary che è possibile una vita dove tutto va per il meglio, esattamente come ogni vita dovrebbe andare, anche quando alcune situazioni cercano di buttarci giù». Gabriel non ha dubbi, in merito: «Non ho e non abbiamo niente da nascondere: i nostri corpi, le nostre identità e le nostre vite valgono esattamente tanto quanto quelli di qualsiasi altra persona al mondo»

In finale al concorso, in mezzo a centinaia di proposte

«L’immagine di Gabriel fa parte di un progetto più ampio, di cui per adesso non posso parlare…» dichiara ancora Rino Caracò, quasi sorridendo dall’altra parte del telefono. Ed è così che è nata questa collaborazione, quasi per caso. Poi il concorso a New York, la foto spedita. E, quindi, l’approdo in finale. Dopo una selezione di oltre quattromila opere proposte. Sandrine Hermand-Grisel, redattrice di All About Photo, ha dichiarato di aver visionato moltissime proposte e si è detta stupita dalla qualità e dalla vasta gamma di lavori presentati. Tra queste, alla fine, il ritratto scattato dal fotografo siciliano. Facciamo il tifo, dunque, per Rino. Per Gabriel no. Lui ha già vinto. Se non ci credete, guardatelo negli occhi.

aggiornato al 20 maggio 2020, ore 14:08

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