“Stupro significa: partecipo con zelo e godimento al progetto omosessuale di sottomissione delle donne”. Così, Marina Terragni, nome di spicco del femminismo della differenza e acerrima nemica della gestazione per altri, ha commentato un suo status sugli stupri, argomento tornato di attualità dopo i fatti di Rimini.
Un esposto contro il post
Parole che non hanno mancato di scatenare polemiche e reazioni avverse. L’ipotesi di un presunto “progetto omosessuale” per sottomettere le donne e che passi da pratiche odiose come lo stupro, ha suscitato lo sdegno di molte persone, all’interno della comunità LGBT.
E infatti il commento sarà oggetto di un esposto alla magistratura. A presentarlo saranno Gay Lex e I Sentinelli di Milano che dichiarano di volere così “tutelare tutti e tutte coloro che si sono sentiti offesi dalle sue sue gravi frasi apparse sui social network”.
“Negligenza e malafede”
“Ci chiediamo con quale coraggio una donna che si definisce “femminista” possa, con tanta negligenza e malafede – si legge in una nota congiunta -, associare un orrore come la violenza sessuale alle persone omosessuali che spesso sono vittime di questo orrore e sono in prima linea nel combattere la violenza di genere”.
La spiegazione di Terragni
Successivamente, Terragni ha spiegato che omosessuale, in questo caso, non è sinonimo di gay, ma che “si tratta appunto di un patto omosessuale, cioè tra uomini”, nell’accezione della parola usato dalla studiosa Carole Pateman nel suo “Il contratto sessuale” (anche se l’autrice del post sbaglia il nome e scrive “Carlo Pateman”). Una spiegazione che non convince. Soprattutto perché la peculiare accezione è stata usata in modo del tutto decontestualizzato. Etimologicamente, infatti, “omo” non deriva certo da “uomo”, ma dal greco “omos” (ὁμός) cioè “uguale, simile”. Il post, invece, si riferiva chiaramente agli uomini, giocando con l’ambiguità dell’espressione. Omosessuale, infatti, si usa anche per le donne che si innamorano di altre donne. Ed è questa l’accezione più conosciuta e diffusa, quella con cui il post, del tutto astratto dal discorso di Pateman, è stata interpretata da tutti.
Polemiche non nuove
Terragni non è nuova a post controversi e uscite che scatenano l’indignazione della comunità LGBT, specialmente quando l’argomento è la gestazione per altri contro cui la giornalista si è scagliata più volte, fino a contribuire alla fondazione di un’associazione apposita, “R.u.a”, a scrivere libri e articoli sul tema. Una posizione, la sua e quella di altre femministe della differenza, nonché della segreteria nazionale di Arcilesbica, spesso presa ad esempio dal fronte del Family Day per supportare le proprie battaglie contro i diritti delle persone LGBT.
“Non è la prima volta che la signora Terragni ‘scivola’ in commenti discriminatori e offensivi contro le persone LGBT – continua ancora il comunicato di Gay Lex e Sentinelli -. C’è sempre una scusa per offendere gay, lesbiche e trans: una volta è la GPA, un’altra i diritti delle persone trans, ora addirittura lo stupro che, secondo Terragni, sarebbe “un patto omosessuale, quindi tra uomini”, confondendo genere e orientamento sessuale. Non sappiamo quanto in maniera ingenua e quanta in malafede”.
PROPAGANDA ILLEGALE ALLA GPA
Apprendo da GayPost.it che i Sentinelli e GayLex intendono denunciarmi per un mio post che non riguarda affatto i gay,
ma lo stupro e il patriarcato, e viene strumentalmente equivocato.
L’occasione è pretestuosa: il tema vero è la mia
e la nostra lotta alla Gpa.
La lotta politica non si fa con denunce ed esposti:
per esempio, sarebbe stato molto facile per noi denunciare alla magistratura le campagne gay pro-Gpa, propaganda metodica in aperta violazione dell’art. 12 comma 6 della legge 40.
Non l’abbiamo mai fatto, proprio perché intendiamo la politica in un altro modo.
Ma se il gioco cambia, saremo costrette a cambiarlo anche noi.
E agli esposti risponderemo con esposti. E in Tribunale ci verremo tutte