Un giudice federale ha deciso di bloccare una delle più restrittive leggi contro l’aborto degli Stati: si tratta della ormai tristemente famosa legge dell’Alabama, quella che avrebbe resto impossibile ogni forma di aborto.
LA DECISIONE DEL GIUDICE
Martedì il giudice Myron H. Thompson della United State District Court per il Middle District of Alabama ha emanato una ingiunzione contro la legge, che sarebbe entrata in vigore dal 15 novembre. La legge era stata stata firmata a maggio, tra mille polemiche.
Il giudice Thompson è ottimista sull’esisto del ricorso.
Dalla scorsa primavera erano state molte le proteste contro la legge in tutta la nazione. La legge consentirebbe l’aborto solo in caso di rischio di vita della donna, senza prendere in considerazione l’ipotesi di stupro o incesto. Ogni medico che avrebbe comunque deciso di procedere con l’Igv avrebbe rischiato fino a dieci anni di carcere.
GLI USA E L’ABORTO
Altri stati, inclusi la Georgia, il Mississippi e l’Ohio, stato cercando di lanciare leggi anti aborto, alcune note come “leggi del battito cardiaco”. Leggi che metterebbero al bando l’aborto in ogni caso in cui il battito del cuore sia percepito. Molti attivisti hanno detto che queste leggi sono parte di un tentativo molto più ampio di presentare ricorso alla Corte suprema a proposito del caso Roe v Wade che ha abbattuto tutte le leggi statali anti aborto.
La causa da cui nasce la decisione di oggi è stata intentata dalla American Civil Liberties Union e della Planned Parenthood Federation of America per conto di Yashica Robinson, una ostetrica di Huntsville, Alabama, che pratica aborti.
«L’aborto resta legale in Alabama», ha spiegato Randall Marshall, il direttore esecutivo dell’Aclu dell’Alabama. «Il ripetuto tentativo dello stato di rendere l’aborto inaccessibile è già costato ai contribuenti 2.5 milioni di dollari. Questa legge malamente consigliata costerà ai contribuenti ancora più soldi».
ABORTO E COMUNITĂ€ LGBT+
L’accesso all’aborto è stato e continua a essere un tema che ha effetto sulla comunità Lgbt+ in tutto il paese.
Nel 2015 uno studio dei ricercatori delle George Mason University ha scoperto che lesbiche, bisessuali e trans, soprattutto se studenti delle superiori e sessualmente attivi, hanno un rischio tre volte superiore di rimanere incinte rispetto ai loro coetanei etero e cisgender.
Nel 2017 una meta analisi ha scoperto che le teenagers lesbiche e bisessuali hanno maggiori probabilitĂ di rimanere incinte rispetto agli altri gruppi.