In occasione del Trans Day of Remembrance (TDoR), che si celebra ogni anno il 20 novembre, il progetto Transrespect versus Transphobia Worldwide di TGEU ha diffuso l’annuale report sul monitoraggio delle uccisioni di persone trans nel mondo.
Il 2021 è l’anno in cui sono state uccise più persone trans e gender-diverse in assoluto da quando viene pubblicato il report. TGEU ha contato 375 vittime dall’1 ottobre 2020 al 30 settembre 2021.
I dati rappresentano un incremento del 7% rispetto allo scorso anno che, a sua volta, aveva fatto segnare un +6% rispetto all’anno precedente.
Sex worker, donne, persone nere e migranti le più colpite
Il paese con il più alto numero di persone trans uccise rimane il Brasile (125), seguito dal Messicco (65) e dagli Stati Uniti (53). I dati mostrano che dall’1 gennaio 2008 al 30 settembre 2021 sono state uccise in totale 4042 persone trans e gender-diverse.
Quest’anno, per la prima volta, si riportano casi anche in Grecia, Kazakhistan e Malawi. Inoltre, il 96% degli omicidi riguardano donne trans o transfemminili. Non di tutte le 375 vittime si conosce l’occupazione, ma tra quelle di cui è nota, il 58% era sex worker. Tra le vittime statunitensi (dove quest’anno il numero è raddoppiato) l’89% sono nere, mentre il 43% delle uccisioni avvenute in Europa ha riguardato persone migranti. Gli unici omicidi registrati in Europa si sono verificati in Francia, in Italia, in Grecia e in Turchia.
L’età media delle persone uccise è di 30 anni, con la più giovane che aveva 13 anni e la più adulta 68.
Solo uno sguardo superficiale: le vittime trans sono molte di più
“I dati mostrano un preoccupante trend quando si intrecciano la misoginia, il razzismo, la xenofobia e l’odio verso le sex worker – scrive TGEU in una nota -. Infatti la maggior parte delle vittime sono nere, donne trans migranti di colore e sex worker”.
“Questi numeri – sottolinea ancora TGEU – sono solo uno sguardo superficiale sulla realtà delle cose. La maggior parte dei dati vengono da paesi con una rete solida di organizzazioni trans e LGBTIQ che monitorano i casi. Nella maggior parte dei paesi, i dati non vengono raccolti sistematicamente. Molti casi continuano a rimanere nascosti e, quando vengono riportati, ricevono pochissima attenzione”.
Infine va ricordato che è ancora molto frequente l’uso del dead name da parte delle forze dell’ordine quando viene identificata una persona trans uccisa o anche da parte delle famiglie di origine. E questo rende ancora più complicato avere un quadro preciso del fenomeno.
Tdor 2021: mobilitazioni in tutto il mondo
In occasione del TDOR, sono previste manifestazioni ed eventi in tutto il mondo. Anche in Italia, molte città si mobilitano non solo per commemorare le persone uccise, ma anche per rivendicare il diritto ad essere tutelate con una legge che riconosca il fenomeno come un’aggravante. All’indomani dell’affossamento del ddl Zan in Senato, le piazze di oggi serviranno a ricordare che la comunità trans e tutta la comunità lgbt+ non si arrende. Qui tutti gli appuntamenti.
(foto di copertina: TGEU – Wiktor Szymanowicz/Getty Images)