«Ho sempre sentito di essere queer»: è questo il coming out di Tilda Swinton che, intervistata da Vogue, ha rivelato la sua identità. «Essere queer, in realtà, per me, ha a che fare con la sensibilità. Ho sempre sentito di essere queer» ha dichiarato l’attrice «stavo solo cercando il mio circo queer, e l’ho trovato. E dopo averlo trovato, ho capito che era il mio mondo».
Il percorso esistenziale
Tilda Swinton ha anche dichiarato che durante la ricerca del suo percorso esistenziale, parallelamente alla sua carriera artistica, ha incontrato molte persone che l’hanno aiutata a comprendere maggiormente se stessa. A cominciare da diversi/ cineasti/e con cui ha lavorato: «Ora ho una famiglia con Wes Anderson, ho una famiglia con Bong Jong-ho, ho una famiglia con Jim Jarmusch, ho una famiglia con Luca Guadagnino, con Lynne Ramsay, con Joanna Hogg».
I personaggi di Tilda Swinton
Artista poliedrica, Tilda Swinton, che ha fatto del suo oscillare tra i generi la cifra distintiva del suo stile, nel cinema. La ricordiamo, infatti, in Orlando prima in panni maschili, quindi come personaggio femminile. Ed è indimenticabile in Constantine, nel ruolo del temibile e androgino Gabriel, l’arcangelo che ha deciso di punire l’umanità per i suoi peccati, a prescindere dal giudizio di Dio. E ancora, in Doctor Strange, incarna un mistico sempre dai tratti androgini. Insomma, un coming out anticipato da alcuni segnali. Che, tra un film e un altro, ci hanno regalato personaggi meravigliosi e un coming out molto bello.