Un’altra sentenza riconosce una famiglia arcobaleno. Questa volta a pronunciarsi a favore dell’istanza di adozione incrociata dei rispettivi figli biologici avanzata da una coppia di lesbiche, è stata la Corte d’Appello di Torino. È l’ennesimo caso di stepchild adoption riconosciuta per via giudiziaria, nonostante lo stralcio dalla legge sulle unioni civili.
Secondo quanto scrivono i giudici, i due bambini di 5 e 7 anni rispettivamente, vivono in un contesto felice e sereno nel quale riconoscono entrambe le mamme allo stesso modo. L’istanza di adozione era stata rigettata in primo grado, poi però, la Procura generale si era pronunciata favorevolmente.
“È stata un’interpretazione molto puntuale della legge – ha detto l’avvocato della coppia Fabio Deorsola all’AGI – l’articolo 44 è una noma molto duttile, il legislatore trent’anni fa era stato lungimirante”. “È un’ottima cosa, perché sgombera il campo da questioni ideologiche – ha continuato l’avvocato -, ribadendo che c’è un nucleo familiare”.
Soddisfazione arriva dal circolo Arcigay Ottavio Mai di Torino. “Non possiamo che essere soddisfatti per questa sentenza – ha dichiarato il presidente Marco Giusta -che sancisce in modo inequivocabile, come richiamato nelle motivazioni, che ‘nessun rilievo può avere la circostanza che il ruolo familiare sia formato da un’unione affettiva eterosessuale ovvero tra persone dello stesso sesso’ nella capacità genitoriale di crescere ed accudire figli“.
“In questa sentenza si possono rileggere le parole di Moro in sede costituente – continua Giusta -: ‘Quando si afferma che la famiglia è una società naturale, si intende qualche cosa di più dei diritti della famiglia. Non si tratta soltanto di riconoscere i diritti naturali alla famiglia, ma di riconoscere la famiglia come società naturale, la quale abbia le sue leggi e i suoi diritti di fronte ai quali lo Stato, nella sua attività legislativa, si deve inchinare’, parole che i tutti i detrattori delle famiglie omogenitoriali dovrebbero studiarsi a fondo “.
“La sentenza di Torino è un importante riconoscimento – ha aggiunto il segretario nazionale di Arcigay Gabriele Piazzoni – che la capacità di provvedere alle necessità affettive e materiali dei figli dipende dalla capacità di garantire ai bambini un ambiente sereno e sicuro. Ancora una volta i tribunali sanciscono il diritto dei figli ad avere buoni genitori, che li amano e li proteggono, e questa è una caratteristica che non dipende dall’orientamento sessuale”.
“Queste sentenze confermano che le Famiglie Arcobaleno sono sulla strada giusta – è il commento di Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno -. Abbiamo piena fiducia nella magistratura e confidiamo che, come in questi ultimi due casi, i giudici decidano continuando ad avere come primo e unico obiettivo il benessere dei bambini. Quel criterio che invece i politici hanno ignorato stralciando la stepchild adoption. Ma la realtà è un’altra e queste due sentenze confermano che è totalmente in linea con le attuali normative la possibilità di riconoscere per via giurisprudenziale le famiglie omogenitoriali“.