Aveva pagato un picchiatore per aggredire il figlio, chirurgo. Non solo doveva assalirlo, ma doveva spezzargli le dita. Bisognava colpire l’uomo non solo fisicamente, ma distruggerlo anche professionalmente. Il motivo di tutto questo odio: l’omofobia. La vittima, infatti, ha la colpa di essere un omosessuale. Tanto è bastato per scatenare l’ira del genitore, che ha così assoldato un altro uomo per organizzare l’aggressione. È successo a Torino.
Dal coming out del chirurgo all’aggressione
Il chirurgo in verità aveva già fatto coming out in famiglia. All’inizio la cosa sembrava essere stata accettata dal padre. Poi però un giornale di gossip lo aveva ritratto con il suo compagno, un noto attore (di cui i media non rivelano il nome). Lì è cambiato l’atteggiamento paterno che si è trasformato in una vera e propria persecuzione ai danni del figlio. L’uomo è addirittura divenuto così violento, in famiglia, che la moglie ha chiesto la separazione. Quindi il gesto estremo: organizzare un’aggressione.
La dinamica dei fatti
Il picchiatore, assoldato con lo scopo di spezzare le dita al chirurgo, non se l’è sentita però di compiere quell’atto ai danni del giovane medico. E così, raggiunto l’uomo che avrebbe dovuto assalire, gli ha confessato tutto. «Mi ha detto che mio padre lo aveva pagato per spezzarmi le mani» ha dichiarato, «mi dice anche che non ha nessuna voglia di farlo perché gli sono sembrato un bravo ragazzo e non vuole rovinarmi la vita». I due si sono messi d’accordo per inscenare una finta aggressione e così è scattata la denuncia contro il genitore. Quindi in tribunale, fino al patteggiamento. Il mandante, infatti, ha patteggiato una pena di due anni di reclusione – pena sospesa – senza risarcimento del danno.