Aveva confessato alla sua famiglia di essere gay. Un gay giovanissimo, di appena dieci anni. Ma è bastato questo per scatenare la furia omicida della madre e del suo compagno, che per giorni lo hanno torturato fino a ridurlo in fin di vita. I fatti risalgono a giugno scorso, a nord di Los Angeles, e coinvolgono la piccola vittima, Anthony Avalos, la madre Heather Maxine Barron (28 anni) e il fidanzato Kareem Ernesto Leiva (33 anni). In queste ore, negli Stati Uniti, si sta tenendo il processo contro la coppia e i particolari che stanno emergendo sono a dir poco agghiaccianti.
Abbiamo scelto di non ripercorrere gli orrori che ha dovuto subire il piccolo e sfortunato Anthony, attenendoci alla mera cronaca giudiziaria sullo svolgimento del processo. Così come riporta Fanpage, «entrambi hanno respinto le accuse negando le torture», ma troppi sono i sospetti sulla coppia. «Una zia di Anthony» riporta ancora il sito «ha detto che secondo lei Barron e Leiva avrebbero abusato del bambino» comunicando i suoi sospetti, già nel 2015, al Dipartimento dei servizi per la famiglia.
«Dipartimento che ha rivelato» si legge ancora «che il ragazzo di recente aveva avuto il coraggio di dichiararsi gay ed è proprio sul movente dell’omofobia che stanno lavorando gli investigatori per capire se possa essere stato questo a spingere la madre e il patrigno a picchiarlo e torturarlo fino a ucciderlo». Possiamo solo attendere che la giustizia faccia il suo corso.
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