Un falò sulla spiaggia, qualcuno che fa notare che non si può fare, la rissa che parte e con essa, gli insulti omofobici.
E’ successo sulla spiaggia di Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto, nella notte tra il 15 e il 16 agosto.
Vittima un volontario del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli che ha denunciato l’accaduto con un post su Facebook.
Ma veniamo ai fatti, così come riportati dall’associazione.
Il ragazzo era sulla spiaggia con alcuni amici: da bere e delle candele, relax e chiacchiere tra amici. Ad un certo punto arriva un altro gruppo di villeggianti aretini. Due ragazzi dei differenti gruppi si conoscono e così le due comitive si uniscono.
Gli aretini decidono di accendere un falò, ma non si può fare e l’altro gruppo glielo fa notare chiedendo di spegnerlo. Parte la prima rissa: spintoni alle ragazze e posizione da sfida. A quel punto il volontario del circolo minaccia di chiamare le forze dell’ordine. La discussione continua, ma il falò resta acceso. Il ragazzo, quindi, decide di spegnerlo con una bottiglia d’acqua. Poi chiede all’altro gruppo di smetterla di discutere e andare via. Niente da fare: uno di loro gli risponde di farsi gli affari suoi e partono gli insulti omofobici.
“Nel rispondergli a quanto pare devo aver detto o fatto qualcosa che rivelasse il mio orientamento sessuale, evinto anche (e la cosa mi fa molto ridere) dai miei capelli tinti – racconta il ragazzo nella sua testimonianza -. Comunque gli rispondo sempre in maniera calma dicendo “tesoro, basta” e lui a quel punto inizia con gli insulti: “Frocio di Merda, Ricchione, vai a prenderlo in culo frocio, succhiami il cazzo, ecc…”. Io allora cerco di ragionare con questa persona, e gli dico che se mi deve insultare mi può dire “stronzo” o “coglione” senza per forza insultarmi per il mio orientamento sessuale”.
“In quel momento in sua “difesa” accorre quello che chiamerò “la montagna” perché trattavasi di un ragazzo palestratissimo e alto più di 1,90 – prosegue – . Mi spintona e mi dice che devo farmi i cazzi miei e a quel punto nel giro di due secondi gli dico: “Sì però non mi toccare” e gli sposto la mano destra dal mio petto, che lui un secondo dopo avendola “caricata” mi piazza in pieno viso. La cosa scatena una scazzottata veloce fra 2/3 persone che non ho visto nemmeno e si risolve con gente dei rispettivi gruppi che tratteneva gli uni e gli altri”.
Una bruttissima esperienza, il ragazzo è scosso per l’accaduto.
“Non mi era mai successo. – spiega -. Un mio amico si è messo a piangere perché, cito: “nel 2020 non è possibile che accadano cose del genere”. Ahimè accadono. Io per ore ho avuto solo tanta rabbia in corpo, alimentata anche da un mio conoscente che mi sconsigliava le vie legali perché la montagna e il ragazzo coi baffi pare siano figli di avvocati”.
“All’alba mi sono acceso una sigaretta da solo in spiaggia e mi sono lasciato andare alle lacrime” conclude.
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