Niente gonfalone del comune di Firenze per la marcia dell’orgoglio Lgbt. Il Pd fiorentino ha infatti deciso all’unanimità di bocciare una mozione che chiedeva al sindaco l’adesione al Toscana Pride, nonostante la richiesta da parte del gruppo consiliare di SEL-Firenze riparte a Sinistra di poter dare adesione formale alla manifestazione. Roventi le polemiche tra i gruppi politici a Palazzo Vecchio. «Il sindaco Nardella conceda il patrocinio al Pride 2016. Noi saremo a sfilare tra le strade di Firenze e vorremmo che ne prendessero nota anche gli amministratori della città» è stato l’appello di Tommaso Grassi, capogruppo della sinistra, e degli altri consiglieri Donella Verdi e Giacomo Muntzer Trombi.
«Abbiamo depositato in Consiglio comunale, come gruppo consiliare» dichiara ancora Grassi «ma aperta a tutti i consiglieri e le consigliere che vorranno aderire al testo, una mozione d’adesione al manifesto politico sul quale è stata convocata la manifestazione e un pieno sostegno al Pride fiorentino con l’invito al sindaco di inviare il gonfalone in piazza: il Pd oggi lo ha bocciato compatto senza alcuna defezione e senza neppure accettare che il documento si limitasse ad un sostegno politico alla manifestazione del Pride».
Pronta la replica dei dem fiorentini: «Il Pd di Matteo Renzi ha dimostrato con i fatti, non a parole, quanto tiene ai diritti civili approvando la prima storica legge in Italia che consente l’unione civile tra persone dello stesso sesso» dichiara il capogruppo dem Angelo Bassi. Aggiungedo: «Non accettiamo le solite illazioni del consigliere Grassi, sempre a caccia di visibilità. Quanto al gonfalone le nostre idee sono chiare: sfila nei cortei solo quando ci sono temi che uniscono tutti e non alle manifestazioni che hanno una connotazione politica o, comunque, di parte». Di fatto, la parola adesso passa alla giunta che dovrà decidere se concedere o meno il proprio appoggio all’iniziativa.
Eppure sembra strano che il Pd fiorentino – ovvero la casa politica del leader che fa della battaglia sui diritti delle coppie omosessuali un tema qualificante della propria azione politica – risulti così compatto nel negare il proprio supporto politico ad un atto simbolico importante: riconoscere la legittimità di una battaglia politica e culturale per la piena dignità della comunità arcobaleno.
Non si capisce, in altri termini, perché mai e su cosa dovrebbero dividersi i dem fiorentini se è vero che il loro partito è in prima linea nella battaglia della piena uguaglianza per gay, lesbiche e trans. Il pride, ricordiamolo, è quel momento in cui si ricordano le lotte di chi, per anni e anni, ha avuto il coraggio di dire no a discriminazioni, violenze e disprezzo nei confronti della comunità Lgbt. Le dichiarazioni del consigliere Bassi, in altre parole, lasciano intravedere profonde divisioni dentro il Pd tra chi sposa una linea pienamente egualitaria e chi ancora nutre perplessità e diffidenza nei confronti della minoranza non eterosessuale. Uno spettacolo che ci riporta alle tristi dichiarazioni dei cattodem, dal vago sapore omofobo, durante il dibattito sulle unioni civili. Qualcosa che vorremmo archiviare una volta per tutte, per intenderci, e che si spera non diventi la linea politica di un partito che dimostra ancora non poche ambiguità nei confronti della questione omosessuale italiana.