La rivendicazione di diritti e doveri da parte delle persone Lgbtqi+ danneggia anche i saldi.
La notizia arriva dopo l’ammonimento del sindaco di Pisa che ieri si augurava un Pride “civile e ordinato”. A dichiarare gli effetti nefasti che avrebbe il Pride sul commercio non è un’associazione anti-lgbt ma Luigi Micheletti, presidente area pisana di Confesercenti Toscana Nord, che in una nota esprime “perplessità” sulla scelta della data e del percorso del Toscana Pride.
“Purtroppo ci risiamo. L’ennesima manifestazione che bloccherà il centro cittadino e per la quale è stato scelto il sabato pomeriggio. Tra l’altro quello del 6 luglio segna il via ufficiale ai saldi estivi. Tutto questo senza minimamente porsi il problema di consultare le associazioni di categoria”.
Micheletti tuttavia precisa che i contenuti della sfilata, rispetto ad esempio alle polemiche dello scorso maggio per la manifestazione antiproibizionista denominata Canapisa, sono “da parte nostra totalmente condivisibile e trovano il pieno sostegno nel merito, pero’ non nella forma” perché “un corteo con oltre 10mila partecipanti attesi di fatto renderà inaccessibile il centro commerciale della città, e non favorirà l’accesso alle attività commerciali nel primo giorno di saldi estivi”.
Eppure da anni le adesioni dei commercianti a Pride crescono a dismisura, tutto fuorché un danno per la categoria. Proprio secondo gli organizzatori del Toscana Pride sono oltre 80 ad aver aderito alla manifestazione tra alberghi, B&b e negozi. Questo non basta. Per Micheletti è una questione di mancanza di dialogo con prefettura e questura: “La scelta di date, orari e percorsi di manifestazioni o cortei non vedono mai coinvolte le associazioni di categoria. I commercianti, insomma, vengono a conoscenza di provvedimenti che incidono sulle proprie attività dai giornali”.
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