Non ci sarà “alcuna modifica” alla policy delle forze armante statunitensi sulle persone transgender, checché abbia twittato Trump. Lo ha dichiarato il presidente dei Capi di Stato Maggiore sconfessando, di fatto, il presidente e le dichiarazioni diffuse mercoledì scorso.
Con tre tweet pubblicati mercoledì scorso, il presidente Trump aveva annunciato che le persone trans non sarebbero state più ammesse nelle forze armate adducendo ragioni economiche (per le spese mediche) e parlando di “disagio” che, a suo avviso, le persone trans porterebbero tra i soldati e le soldatesse.
Secondo quanto riporta Politico.com, il generale della Marina Joe Dunford ha inviato un messaggio ai vertici di tutti i corpi armati giovedì spiegando che le forze armate continueranno a “trattare il nostro personale con rispetto”. “So che ci sono domande riguardo all’annuncio di ieri sulla policy del Presidente sulle persone trans – scrive Dunford -. Non ci saranno modifiche all’attuale policy fino a che le direttive del Presidente non saranno ricevute dal Segretario della Difesa ha rilasciato le guide per l’attuazione”.
“Nel frattempo, continueremo a trattare il nostro personale con rispetto – continua la lettera -. La cosa più importante, con le battaglie e le sfide che affrontiamo, è che rimaniamo concentrati sul raggiungimento delle nostre missioni”.
Nella sua lettera, Dunford spiega che le forze armate, come anche gli esperti legali, non considerano le dichiarazioni che il presidente diffonde sui social network come policy.
Le dichiarazioni di Dunford sono state confermate dal generale di Corpo d’Armata Mark Milley al National Press Club. Milley ha detto che Dunford “ha proprio ragione” e che le forze armate lavoreranno alle nuove linee guida quando arriveranno comunicazioni ufficiali dalla Casa Bianca tramite i normali canali.
“Siamo cresciuti imparando ad obbedire ad una catena di comando e la mia catena di comando è il segretario dell’Esercito, il segretario della Difesa e il presidente – ha detto il generale -. Per quanto a mia conoscenza, il Dipartimento della Difesa e il Segretario Mattis non hanno ricevuto direttive scritte”.
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