Inammissibili. Così il Tribunale di Milano ha definito 3 impugnazioni della Procura contro gli atti di nascita con due mamme. Per ora, dunque, quegli atti rimangono validi. Le bambine e i bambini continueranno ad avere due mamme.
Per il Tribunale, infatti, l’atto di nascita in cui è stato successivamente annotato il nome della mamma intenzionale è “insuscettibile di contestazione mediante lo strumento della richiesta di rettificazione”. La Procura, in buona sostanza, ha sbagliato strumento. Secondo i giudici di Milano, sarebbe necessario intentare una “causa di Stato”.
“Nel nostro ordinamento – si legge nella sentenza -, non basta la “nascita” per essere considerati “figli”, ma è necessario un atto di volontà/autoresponsabilità da parte di chi si dichiara “genitore”, sia questo atto rappresentato dalla dichiarazione alla nascita o dal riconoscimento alla nascita, sia esso successivo volontario o disposto con sentenza”.
La sentenza contiene alcuni passaggi cruciali. Ad esempio, sostengono i giudici che “quando la dichiarazione di riconoscimento viene resa all’Ufficiale dello Stato Civile (anche se contenuta in un testamento o in un altro atto, come consente il nostro codice) non è previsto né necessario dare la prova del legame biologico con il nato”.
Per queste e altre ragioni giuridiche, l’atto di nascita con due mamme non può essere rettificato con una richiesta della Procura. Nel comunicato stampa che segue la sentenza, i Giudici spiegano che per modificare l’atto di nascita “sarà necessario ricorrere al modello di tutela che il nostro ordinamento prevede per rimozione dello status di figlio”. In sostanza, un procedimento che nomini un curatore speciale che garantisca e tuteli il minore. Un’azione, va precisato, che non può fare la Procura, ma solo chi abbia un interesse diretto (ad esempio un parente).
“Il Tribunale di Milano conferma quello che come giuristi esperti in queste tematiche sostenevamo già da tempo” è il commento di Michele Giarratano, avvocato del team legale di Famiglie Arcobaleno che ha seguito una delle coppie di mamme. “La genitorialità di un minore, in base ai principi del nostro ordinamento, non si può cancellare con un colpo di spugna come pretende il governo e come pretendono di fare alcune procure – spiega Giarratano -. Serve un’azione di stato che ha modalità e termini molto stringenti. Sono sicuro che anche il Tribunale di Padova confermerà questa strada e saranno respinti tutti e 33 i ricorsi illegittimamente presentati dalla Procura della città veneta”.
Sorte diversa è toccata all’atto di nascita con due papà perché il piccolo è nato da gestazione per altri. In questo caso, la trascrizione del genitore intenzionale è stata annullata. I Giudici fanno riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione secondo cui, dato il divieto di accedere alla gestazione per altri secondo il nostro ordinamento, non si possono riconoscere entrambi i papà. La strada, per loro, rimane quella della stepchild adoption: l’adozione del figlio del partner.
“È una notizia importantissima che ci ridà fiducia dopo i fatti di Padova” afferma Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno.
“Siamo sempre costretti a difenderci nelle sedi giudiziarie per farci riconoscere quanto dovrebbe essere riconosciuto ai nostri figli e alle nostre figlie da una legge nazionale – prosegue Crocini -. Ma siamo certə, e queste sentenze lo confermano, di essere sulla strada giusta”.
“Di certo non ci fermeremo – assicura la presidente -. Come ogni genitore sa, continueremo a lottare fino a che ogni bambino e ogni bambina con due mamme o due papà in Italia abbia riconosciuti gli stessi diritti di ogni altr* bambin*”.
“Ci aspettiamo che da Padova arrivino le stesse conclusioni che sono poi esclusivamente a salvaguardia e garanzia del supremo interesse dei e delle minori” conclude.
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