Le recenti critiche di Monica Cirinnà all’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non sono andate giù al fan club dell’ex sindaco di Firenze, i cui membri adesso infestano la sua pagina Facebook con commenti di ogni tipo, ai limiti dell’insulto. La senatrice dem ha infatti rilasciato un’intervista a Simone Alliva, per l’Espresso on line, in cui non usa toni tenerissimi per il candidato segretario: bravo come premier, ma pessimo come leader di partito che dopo la sua presidenza si ritrova più diviso che mai. E anche sui diritti civili lancia una dichiarazione che ha l’effetto di una vera e propria bomba: il cammino è stato interrotto, ci si è fermati alle unioni e tutto è rimasto lì.
Reazioni quasi “grilline”
Le reazioni delle truppe del premier appaiono tanto varie, quanto sgomente o scomposte: tra i commenti più politici, ci sono quelli di chi le ricorda l’inevitabilità di averlo come premier e le fa notare che senza di lui, mai avremmo avuto la legge sulle coppie gay e lesbiche. Poi si comincia a scendere verso un linguaggio che in altre situazioni gli stessi delusi non avrebbero problemi a definire grillino. Un certo Andrea la etichetta come “voltagabbana” mentre Pietro scomoda elaborate teorie del complotto, chiedendosi: «Non ho parole per commentare la Cirinnà. Fosse impazzita o ha sposato le tesi dell’espresso contro Renzi?». Enzo, per apparire originale, sfodera un originalissimo «mi dispiace ma me ne farò una ragione».
“Braccia rubate all’agricoltura!”
Matteo, ancora, ricorda che senza Renzi la senatrice «sarebbe stata consegnata alla storia come l’ennesima parlamentare di passaggio». Paola invece, mossa da un afflato ortografico estremo, scrive: «io la manderei a casa …..le sue sono braccia rubate all’agricoltura !!» (ma “stia serena”, Paola: la senatrice ha davvero un’azienda agricola che produce vino, in Toscana). Giuseppe, a sua volta, sfodera un raro fair play, con tanto di epico “gne gne” di sottofondo, ricordando come «i risultati delle votazioni dei circoli Pd abbiano incoronato Renzi e messo da parte Orlando». E speriamo solo che non si portino via il pallone, nella malaugurata ipotesi dovessero perdere le primarie.
Le accuse di opportunismo
Ma non finisce qui. «Piccola opportunista» tuona Enzo, mentre una matura Raffaella la definisce anche “patetica”, minacciando: «via il “mi piace” dalla tua pagina…non mi rappresenti!». Tiziano, infine, evidentemente ispirato da accenti da dolce stil novo, declama: «…brava Cirinnà a star dalla parte di Orlando e così veementemente contro Renzi….così, dopo che verrà trombato Orlando verrà finalmente doverosamente trombata, conseguentemente, anche lei». Auspici “sessuali”, insomma, come se non bastasse lo stupro della punteggiatura.
Il supporto della “Squadra Arcobaleno”
Ovviamente, arrivano anche in aiuto molti dei suoi follower, a cominciare dai suoi compagni d’avventura, ovvero quei rappresentanti del mondo Lgbt che hanno firmato l’appello di Squadra Arcobaleno per un maggiore impegno per i diritti del popolo arcobaleno. «Vedo che la modalità “squadraccia” è ripartita» si lamenta Matteo Menicocci, mentre Angelo Schillaci – che proprio con la senatrice ha lavorato proprio nei giorni delle unioni civili – fa notare come Cirinnà abbia «fatto qualcosa di sempre più raro: una analisi politica, complessa e a tutto tondo, dell’esperienza del Partito negli anni della segreteria Renzi».
Una politica da curva
Emergono quindi tre atteggiamenti diffusi: la semplice delusione, perché la paladina dei diritti civili prima non ha voluto seguire l’ex premier e poi lo ha criticato, esercitando il suo diritto di opinione (ah, questa cosa della democrazia, che tragedia!); un processo di riduzione per cui lei ha fatto il suo ma non sarebbe andata da nessuna parte senza Renzi a farle da sponda (e ci si chiede: ma dov’è finito il “mito” della sua intangibilità, sfociato spesso in adorazione, adesso che non sostiene il leader?); l’insulto vero e proprio, in cauda venenum, tipico di chi concepisce la politica come stadio o, peggio ancora, come curva. Il tutto con un sottofondo comune: usare la legge sulle unioni civili come misura di tutte le cose. Atteggiamento tipico del renziano standard: ricordiamoci il mantra degli ottanta euro, per intenderci.
Non si può che essere solidali
E insomma, niente di nuovo sotto il sole. Come è noto, non rientro tra i fan della senatrice, ma credo che certi attacchi siano sempre molto spiacevoli. E capita, quando ci si espone, di finire sotto il tritacarne da social. Basta un dito puntato contro, nel mare magnum del web, per avere tra le proprie interazioni odio e stupidità a tanto al chilo. Per questa ragione – e quindi, sotto il profilo strettamente umano – chi ha provato sulla propria pelle tali “squadrismi” non può che solidarizzare. Poi c’è l’agone politico. E infine lo stile. E da un riscontro empirico, in molti ne hanno veramente poco.