Ieri il Parlamento Europeo ha approvato una regolamentazione sul recepimento dei documenti pubblici per cittadini europei che vivono in uno stato UE diverso da quello di cittadinanza.
La regolamentazione semplifica le procedure per provare l’autenticità di questi documenti che riguardano la nascita, la morte, il matrimonio, il divorzio, la genitorialità, l’adozione etc…
Sarà ad esempio interessante capire quanto questa nuova regolamentazione potrà essere utile in caso di recepimento di documenti di nascita di bambini figli di due madri o due padri nati all’estero (di cui abbiamo brevemente parlato domenica scorsa nella guida di Gay Lex), posto che in ogni caso questo regolamento agisce su un piano formale di recepimento degli atti e non sul contenuto dei diritti ricompresi nei documenti stessi.
Questo significa ad esempio che le coppie dello stesso sesso sposate o unite civilmente continueranno ad avere problemi rispetto al riconoscimento dei loro diritti nei paesi che non prevedono unioni o matrimoni fra persone dello stesso sesso e che un certificato di nascita che includa una doppia genitorialità non garantirebbe l’estensione di tale diritto alla co-madre o al co-padre.
Sul punto è intervenuto l’europarlamentare Daniele Viotti, co-presidente dell’intergruppo LGBTI, affermando che “la libertà di movimento è il diritto fondamentale su cui si basa l’Unione Europea. Troppe coppie ancora devono affrontare barriere discriminatorie quando provano ad esercitare questo diritto. Una coppia dello stesso sesso sposata in uno stato può perdere i suoi diritti semplicemente attraversando la frontiera: è inaccettabile.”
L’augurio è dunque quello che il Parlamento Europeo e la Commissione Europea trovino al più presto una soluzione affinché la libertà di movimento delle persone non sia menomata da una mancata circolazione dei diritti all’interno dell’Unione.
Questo tema, insieme ad un approfondimento sulle Unioni Civili e la Stepchild adoption, sarà affrontato mercoledì prossimo 15 giugno, presso l’Università di Bologna, in un seminario organizzato da Uni Lgbtq e Anddos, in collaborazione con Gay Lex, Red, Famiglie Arcobaleno e Articolo 29.