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Il presidente dell’associazione Sexual Minorities Uganda Frank Mugisha e aaltri due attivisti lgbt sono stati arrestati pochi minuti fa e sono attualmente detenute presso la stazione di polizia di Kabalagala. A dare la notizia è l’associazione stessa tramite la sua pagina Facebook, ma lo stesso Mugisha aveva twittato poco prima “sono stato arrestato dalla polizia”. L’associazione riferisce anche che altri attivisti sono stati fermati al Vermon Bar. Questi ultimi, però, sono stati rilasciati quasi immediatamente.
Proprio oggi si stava tenendo un evento a Kampala che prevedeva l’elezione di Mister e Miss Pride. La polizia ha fatto irruzione dichiarando che si trattava di un tentantivo di celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso. “Dicono che il nostro evento è illegale” ha twittato l’account ufficiale del pride ugandese @PrideUganda2016 alle 22.22 italiane di oggi 4 agosto, mentre KuchuTimes, un collettivo che si occupa di fare informazione su e per le persone LGBT in Africa dichiara che gli attivisti avevano informato la polizia prima di scendere in piazza e che non c’era nulla di illegale.
Non si conoscono nel dettaglio le accuse che la polizia ha rivolto ufficialmente contro Mughisha e gli altri attivisti di SMUG. L’omosessualità in Uganda è illegale e secondo la legge firmata nel 2014 dal presidente Museveni, si rischiano fino a 14 anni di prigione. Sebbene la legge sia stata dichiarata incostituzionale per la procedura con cui è stata approvata, essere gay è comunque illegale. Seguono aggiornamenti.
AGGIORNAMENTO DELLE 9:30 (05/08/2016)
Tutti gli arrestati sono stati rilasciati (secondo alcune fonti si tratterebbe di circa 200 persone, ma il dato non è confermato). A riferirlo sono gli stessi attivisti sui propri profili social. Durante l’arresto, però, alcune persone, nel tentativo di sfuggire alla polizia, si sono lanciate dal quarto piano del comando dove erano rinchiuse. Una di queste versa in gravi condizioni all’ospedale Mulago di Kampala.
“La polizia ci ha schiacciati l’uno contro l’altro come animali – ha scritto su Facebook Jide Macaulay che ieri si trovava a Kampala per l’evento della Pride Week -. Ci puntavano le pistole contro, urlavano e colpivano con bastoni chi non si sedeva con comandi in stile militare. Questa esperienza lascerà traumi in molti per mesi se non per anni”.