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Un sondaggio rivela che la salute mentale di uomini gay e bisex è a rischio

Gli uomini gay o bisessuali hanno più probabilità di sviluppare forme di problemi di salute mentale. Lo rivela la ricerca condotta da MSM, The European Men who have sex with men. La ricerca è stata condotta via internet e ha riguardato i paesi europei. A condurre lo studio dell’associazione irlandese MSM è stata la HSE. Lo scopo è stato quello di monitorare ed esaminare la salute e il benessere degli uomini che fanno sesso con altri uomini e di raccogliere dati per pianificare interventi per la prevenzione dell’Hiv o di altre infezioni sessualmente trasmissibili. Alla ricerca hanno partecipato 2083 uomini di 26 paesi europei ed è stata resa pubblica dalla ministra irlandese Catherine Byrne.

ALCUNI DATI

Almeno un terzo degli uomini gay o bisessuali, in Irlanda, ha pensato al suicidio o all’autolesionismo nelle due settimane precedenti alla ricerca. Non solo, il 29% dei partecipanti ha ammesso che potrebbe avere un problema di dipendenza dagli alcolici, mentre il 36% ha raccontato di aver subito episodi di intimidazioni nei dodici mesi precedenti. Il 28% ha raccontato di essere stato insultato verbalmente, mentre il 3,2% ha raccontato di essere stato fisicamente aggredito nello scorso anno. Secondo gli psichiatri, sulla base di ricerche simili a questa, persone con problemi legati alla propria salute mentale e consapevoli di ciò hanno più probabilità di partecipare a sondaggi del genere rispetto a persone che non si identificano con questa categoria.

HIV E INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMISSIBILI

L’Hiv e le infezioni sessualmente trasmissibili coinvolgono gli uomini gay o bisessuali in maniera sproporzionata. In Irlanda, nel 2017, sono stati riportati 493 casi di contagi di Hiv – con una proporzione di 10,3 su centomila persone – e il sesso non protetto resta la causa principale e il fattore chiave che espone all’infezione questa fascia di popolazione. I trattamenti, al giorno d’oggi, fanno sì che una persona sieropositiva possa vivere una vita piena, con il virus reso irrilevabile e non trasmissibile.

I DATI

Circa il 7% dei partecipanti alla ricerca ha affermato di essere affetto da Hiv. Di questi la maggioranza, il 94%, ha dichiarato di essere in cura, mentre il 97% ha dichiarato che nel loro caso il virus è irrilevabile e intrasmissibile. Mick Quinlan, manager del Gay Health Network, ha affermato che i livelli di conoscenza e consapevolezza in merito all’Hiv e alla salute in generale sono sì alti, ma che la popolazione più giovane (quella sotto ai 24 anni) ha meno consapevolezza e maggior tendenza a problemi di salute mentali e alti tassi di dipendenza da alcool o droghe. «I giovani vengono allo scoperto perché la loro istruzione li porta a farlo, quindi bisogna capire cosa stia accadendo con l’istruzione. L’educazione sessuale è molto eteronormativa e c’è bisogno di un’istruzione che sia più accorta dei bisogni degli uomini che fanno sesso con altri uomini».

LA SFIDA ALL’OMOFOBIA

Ancora Quinlan ha parlato di grande sfida all’omofobia, una sfida che significa essere in grado di parlare di sesso e di sesso tra uomini, dei loro bisogni, demistificando quello che c’è dietro.
Il dottor Derval Igoe, il principale autore della ricerca e capo del centro di protezione e sorveglianza della salute dell’HSE, ha sottolineato la necessità di abbattere lo stigma contro l’Hiv e ha espresso preoccupazione per le difficoltà che i giovani stanno riscontrando soprattutto per la loro salute mentale. «Gli uomini raccontato di essere stati molestati, aggrediti verbalmente e fisicamente intimiditi. Non abbiamo guardato all’interconnessione di questi fattori in questioni come l’abuso di alcool o droghe. Queste problematiche però le riscontriamo prevalentemente nei giovani e il nostro focus si sposta soprattutto verso la loro salute mentale».

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