Giorno nero per la comunità Lgbt+ dell’Ungheria: il parlamento di Budapest ha infatti approvato un disegno di legge che impedisce l’adozione alle coppie non sposate. A cominciare da quelle Lgbt+ che possono solo accedere alle unioni civili. E non solo. Il parlamento magiaro ha modificato la Costituzione, inserendo una clausola per cui «la madre è una donna e il padre è un maschio» e che lo Stato «protegge l’identità sessuale del sesso dei bambini alla nascita». Misure ancora più restrittive, introdotte dal governo Orban con il pretesto di combattere la pandemia già da marzo scorso.
La denuncia di Amnesty International
A riportare la notizia è una nota di Amnesty International, in cui si riportano tutte le reazioni degli attivisti di fronte al disegno di legge approvato dal parlamento dello stato dell’est europeo. Parla di «giorno buio per i diritti umani» il direttore David Vig. «Queste nuove leggi discriminatorie, omofobiche e transfobiche» si legge ancora «approvate di corsa sotto la copertura della pandemia di coronavirus, sono solo l’ultimo attacco alle persone Lgbtq da parte delle autorità ungheresi».
La preoccupazione dell’Ilga
Si dice molto preoccupata anche Katrin Hugendubel, advocacy director di ILGA: «Questi progetti di legge restringono ulteriormente i diritti dei bambini e dei genitori Lgbti in Ungheria». Soprattutto le fasce più giovani della comunità arcobaleno, per Hugendubel, rischiano di «crescere in un ambiente che impedirà loro di esprimere la propria identità». Non solo. Restringendo la possibilità di adozione, «ai bambini in tutta l’Ungheria verranno rifiutate famiglie sicure e amorevoli, poiché l’adozione è limitata solo alle coppie eterosessuali sposate».
L’appello di Transgender Europe
«All’inizio di quest’anno, l’Ungheria ha reso impossibile alle persone transessuali di poter cambiar nome» ricorda Masen Davis, direttore esecutivo di Transgender Europe. Che dichiara: «Siamo profondamente preoccupati per la salute e la sicurezza dei bambini e degli adulti trans in Ungheria in un clima così ostile». Davis si appella alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, affinché affronti il nodo dei diritti Lgbt+ in Ungheria, ed in particolar modo la questione transgender.
La doppia morale dell’Ungheria di Orban
Queste misure, paventate già da novembre scorso quando il ddl era arrivato in Parlamento, arrivano dopo lo scandalo che aveva visto al centro József Szájer, eurodeputato del partito di Orban sorpreso a partecipare ad un’orgia a Bruxelles, nonostante le restrizioni anti-covid. Evidentemente nel parlamento magiaro vige una doppia morale, che – stranamente – vale solo per le minoranze. E che non si cura degli abusi di una classe dirigente che non si preoccupa di apparire omo-transfobica agli occhi della comunità internazionale.