Aggredita e picchiata brutalmente in pubblico perché aveva una borsa arcobaleno con sé. E’ successo a Kurucz Boglárka, mentre si trovava ad una festa Budapest, in Ungheria, lo scorso 8 agosto.
A denunciare l’aggressione è stata la stessa ragazza con un lungo post su Facebook. “Volevo solo essere come tutti gli altri che indossano questa borsa perché gli è piaciuta e basta” scrive Kurucz Boglárka.
La ragazza stava ballando con un amico quando un uomo rasato si è messo dietro di loro.
“Volevo solo divertirmi, lontano dalla città” spiega la ragazza. Ha afferrato la borsa e l’ha sbattuta in faccia a Kurucz chiedendole cosa fosse. “Una borsa” ha risposto lei, terrorizzata. “Pensavo fosse ubriaco” dice.
A quel punto ha tentato di riprendersi la borsa e allontanarsi, ma è stato inutile.
L’uomo ha iniziato a urlarle contro dandole della lesbica perché quello era un arcobaleno. Lei ha paura, fa cadere la borsa, la rabbia dell’uomo rasato cresce e parte il primo pugno in faccia e poi uno schiaffo.
“Il sabato sera si è trasformato in un incubo – scrive Kurucz su Facebook -, il sangue scorreva dal mio naso, il mio viso era sfregiato”. Intervengono i nonni del ragazzo che era con lei, poi il padre. Ma la furia dell’uomo non di ferma e colpisce anche il padre del ragazzo, facendolo cadere a terra. Non soddisfatto, lo prende a calci. Nessun altro interviene, se non il nonno che tenta di proteggere la ragazza.
Qualcuno chiama un ambulanza: Kurucz e il padre del ragazzo vengono ricoverati. Lui ha lo zigomo fratturato e diversi ematomi in tutto il corpo. Lei, il volto tumefatto.
“Ce la caveremo, ma solo il tempo dirà quanto ci vorrà per superare il trauma psicologico – scrive ancora lei -. Non credo di meritare questo trattamento solo perché la mia borsa aveva sei colori e a lui non piaceva. Viviamo in un mondo in cui un uomo adulto può picchiare una ragazza e un sessantenne solo per dimostrare quanto valgono i suoi ideali, perché il nostro problema principale è odiare qualcun altro? Se non possiamo accettarci gli uni con gli altri, è un fallimento”.
Il governo dell’Ungheria guidato dal sovranista Victor Orban è caratterizzato da politiche razziste e omofobe. Contrario a qualsiasi diritto delle persone LGBT+, Orban è vicino ai gruppi statunitensi che animano il Congresso delle Famiglie. E’ lo stesso che si è tenuto in Italia a marzo scorso e che è stato definito dalle principali organizzazioni per i diritti umani “il gruppo d’odio”. Il ministro della Famiglia ungherese, lo scorso dicembre, si è rifiutato di firmare il documento dell’Unione Europea nel quale gli stati membri si impegnano a creare un ambiente più sicuro per le persone lgbt+ e le altre minoranze.
L’ultima polemica riguarda la campagna di Coca Cola in occasione di un festival musicale che si terrà proprio in Ungheria. Il vice del partito di Orban ha lanciato una campagna di boicottaggio contro Coca Cola perché nei manifesti ci sono una coppia di uomini e una di donne.
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