La legge che ha cambiato il volto dell’Italia compirà tre anni il 5 giugno.
Parliamo delle Unioni Civili, anche nota come legge Cirinnà. Stando a quanto riporta l’Ansa, per gli “addetti ai lavori” sono circa 10 mila le coppie che fino ad oggi hanno usufruito della cosiddetta “legge Cirinna’”. Si tratta di una stima poiche’ gli ultimi dati ufficiali elaborati e diffusi dal ministero degli Interni sono aggiornati al dicembre 2017.
Cirinnà: “Resistere per esistere”
“Dall’approvazione della legge il clima per la comunità Lgbti è completamente cambiato – dice la senatrice del Pd Monica Cirinnà – Con questo Governo oscurantista e di destra è aumentata l’omofobia e in un anno neanche i 5S hanno aperto bocca sui diritti Lgbti”. Per la senatrice di questi tempi “il motto deve essere ‘resistere per esistere’.
La strada da fare
Per il segretario generale Arcigay Gabriele Piazzoni, la legge sulle Unioni Civili è “senza dubbio uno degli eventi più impattanti nella vita delle persone Lgbti”. Ma non mancano le “zone d’ombra”, come ad esempio lo stralcio della stepchild adoption e l’esclusione degli omosessuali dal “matrimonio egualitario, che resta l’obiettivo delle nostre battaglie”. Anche Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride e presidente del Circolo Mario Mieli, è convinto che la legge sulle Unioni Civili sia stato “un passo importante dopo 70 anni di silenzio, ma piccolo rispetto alle nostre richieste: l’accesso al matrimonio, il riconoscimento dei figli dalla nascita, l’adozione sia per i single, sia per le coppie omosessuali e non solo eterosessuale, una legge contro omotransfobia”