Sono 362 gli emendamenti votati e bocciati fino ad ora in commissione Giustizia alla Camera dove si sta discutendo il DDL sulle unioni civili, su un totale di 889. L’obiettivo del Pd è quello di approvare la legge entro maggio, prima delle elezioni amministrative del mese successivo. E chissà che le unioni civili non facciano recuperare al partito del premier i punti percentuali persi nei sondaggi dopo lo scandalo cosiddetto di “trivellopoli” che ha portato alle dimissioni della ministra Guidi. Del resto, no è complicato per il Pd bocciare gli emendamenti, specialmente quelli che puntano a rimandare il testo al Senato, dato che in commissione ha la maggioranza dei voti.
“Il Pd sta dimostrando con i fatti che la legge sulle unioni civili è una priorità di questa legislatura – ha dichiarato ieri alla fine della seduta della commissione, Micaela Campana (Pd), relatrice del testo alla Camera -, come è una priorità quella di far uscire il nostro Paese dalle ultime posizioni in tema di tutela dei diritti delle persone e delle coppie omosessuali”. “Inoltre, vorrei sottolineare – ha continuato Campana – che è impossibile introdurre l’obiezione di coscienza per i sindaci che non vogliono celebrare le unioni civili. Come hanno confermato i giuristi auditi in commissione, non è prevista obiezione per chi esercita funzione pubblica. Senza contare che c’è chi propone anche l’obiezione di coscienza per i singoli imprenditori che potrebbero negare le proprie prestazioni alle persone omosessuali”.
A questo punto, le voci di corridoio che vorrebbero l’arrivo del testo in aula per il 9 maggio, potrebbero trovare fondamento.
Una volta votato il testo alla Camera, dov’è probabile che per accelerare ulteriormente i tempi il governo ponga la fiducia, come ha già fatto al Senato, il ddl passerà alla firma del presidente Mattarella. I tempi della firma del presidente della Repubblica, però, non sono prevedibili. Dal Quirinale, comunque, non sono arrivati segnali che facciano immaginare difficoltà.