Non c’è pace per le unioni civili. Se in Italia si continuano a registrare i casi dei sindaci ostruzionisti, le cose non vanno sempre bene nemmeno per i cittadini italiani che vivono all’estero.
Pare infatti che per il sistema online del Consolato di Londra non esistano ancora le unioni civili. La scoperta è avvenuta quando un cittadino italiano residente nel Regno Unito ha tentato di compilare il mondulo online per comunicare il cambio di indirizzo ed ha dovuto fare i conti con il fatto che nel campo “stato civile” non è presente l’opzione “unito/a civilmente” mentre, invece, si può scegliere “convivente di fatto” status previsto dalla medesima legge che istituisce le unioni civili, la 76/2016.
La segnalazione arriva dall’associazione Wake Up Italia, nata a Londra in occasione della mobilitazione “Svegliati Italia” dello scorso 23 gennaio. L’associazione si è rivolta al Consolato per avere spiegazioni e, racconta con una nota stampa, la risposta è stata che gli uffici italiani nella capitale inglese sono in attesa di “istruzioni operative del caso”. Spiegano, gli stessi uffici, che si può usare una nota a parte per comunicare lo status di unito/a civilmente.
“Non si spiega perché il sistema online abbia già recepito la L.76/2016 nella parte in cui disciplina le convivenze di fatto – dichiara l’associazione in una nota -; né perché il Consolato di Berlino, nel modulo prestampato disponibile online abbia già introdotto la dicitura ‘unito(a) civilmente’. Riteniamo che la procedura attuale sminuisca la piena dignità giuridica delle unioni civili. Notiamo inoltre che simili ostacoli burocratici non si sarebbero presentati se si fossero chiamate le cose col proprio nome riconoscendo, anche per le coppie omosessuali, il matrimonio“.
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