Fra gli interventi che hanno animato la giornata di ieri alla Camera prima della votazione finale sulle unioni civili, segnaliamo quello dell’on. Alessandro Zan, gay dichiarato, parlamentare PD.
Grazie Presidente,
care colleghe e colleghi, non ho difficoltà a definire quella di oggi una giornata storica. Tra pochi minuti saremo chiamati a esprimere il voto finale sulle unioni civili e le convivenze, un provvedimento che ha avuto una discussione tra le più travagliate della nostra storia repubblicana.
Stiamo facendo compiere all’Italia quel passo di civiltà che ci viene chiesto da tempo, da troppo tempo. Una responsabilità che oggi più che mai pesa su tutti noi: quella di restituire dignità a tantissime persone, da troppo vittime di una discriminazione ormai intollerabile.
Il partito democratico ha avuto un ruolo chiave nel percorso parlamentare di questa legge: ha portato avanti una grande battaglia culturale che restituisce credibilità a tutta la sinistra, che in questi anni faticava a portare a termine risultati apprezzabili. Oggi, con il voto favorevole alle unioni civili, abbiano l’opportunità di onorare quel principio di uguaglianza sostanziale, sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione, a favore del quale la Repubblica è chiamata a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana.
Il dibattito di questi ultimi mesi è stato aspro, conflittuale, difficile, e non vi nascondo, colleghi, che in più di qualche occasione mi sono sentito offeso, nella mia dignità di uomo, di persona omosessuale, e di membro di questa Camera, per le espressioni poco qualificanti (per così dire) che ho sentito provenire da taluni che non volevano questa legge e hanno fatto di tutto – invano – per affossarla, addirittura presentando in commissione emendamenti secondo cui imprenditori e commercianti potevano rifiutarsi di fornire prestazioni e servizi alle coppie gay unite civilmente, (ad esempio) un pasticcere contrario alle unioni civili poteva addirittura rifiutarsi di vendere una torta, se questa fosse destinata a festeggiare una unione civile! Cose che oggi fanno rabbrividire e che ricordano da vicino le leggi razziali! Voglio chiedere scusa, io per loro, a tutti gli italiani, a tutte quelle coppie e famiglie che si sono sentite giudicate nel proprio intimo e hanno dovuto assistere a un dibattito parlamentare a volte non degno delle istituzioni che siamo a rappresentare. Le parole, a volte, sono dei veri e propri macigni e le parole che la politica pronuncia hanno anche delle pericolose ricadute nella società.
Le persone omosessuali nel nostro paese subiscono ancora discriminazioni e questa legge, finalmente, potrà restituire una dignità e un riconoscimento che per molti anni è stato loro negato. Il mio pensiero va al ragazzo di 18 anni di Bari che martedì scorso ha fatto il gesto estremo di lanciarsi sotto un treno perché aveva confidato agli amici che dopo essersi dichiarato in famiglia i genitori non lo accettavano. Lui non si rassegnava, aveva un fidanzato, ha lottato ma non ce l’ha fatta. Era insopportabile l’idea di non essere accettato per ciò che era: un ragazzo come gli altri, un ragazzo di 18 anni che amava un altro ragazzo. Essere respinti a quell’età per ciò che si è, rappresenta un dramma che a volte appare insuperabile, soprattutto a quell’età. Tutti abbiamo bisogno di essere accettati dalla scuola, dalla società, dalla famiglia: lo capisco bene quel ragazzo, capisco quelle paure, anch’io ero terrorizzato che mia madre e mio padre non mi accettassero, pensavo alle cose più brutte.
Io sono stato fortunato e per questo li ringrazio, loro sono stati dalla mia parte, da subito, altri sono stati meno fortunati. Ed è anche per questo che la legge sulle unioni civili non è soltanto un istituto giuridico che da diritti e chiede doveri ma è una legge che fa cultura, che migliorerà la nostra società e che aiuterà anche tanti genitori a non vergognarsi dei propri figli rifiutandoli e che sancirà che le persone omosessuali non sono più dei fantasmi in questo Paese ma cittadini a cui riconoscere il diritto alla felicità come gli altri e permettendo loro di progettare un futuro insieme.
Colleghi, cosa si guadagna, del resto, nel continuare a impedire la felicità degli altri? Cosa perdiamo nell’ammettere la possibilità che una coppia di persone che si amano venga tutelata dall’assunzione reciproca di diritti e doveri stabiliti dalla legge? È una legge sì sui diritti, ma anche sui doveri, sull’assunzione davanti allo Stato di una serie di responsabilità e impegni verso il proprio partner. E credo che non ci sia nulla di più importante e generoso che assumersi reciprocamente delle responsabilità verso chi amiamo, verso quella che è di fatto, una famiglia.
Abbiamo provato da subito ad allargare il campo a tutte le forze politiche che si erano dichiarate favorevoli all’approvazione di una legge sulle unioni civili. E ci siamo anche fidati del movimento 5stelle. Ecco, abbiamo sbagliato perché all’improvviso vi è stato da parte loro un dietrofront: al Senato sono divenuti protagonisti di un triste gioco politico al solo scopo di fare uno sgambetto al partito democratico: ma lo sgambetto non l’avete fatto a noi! l’avete fatto alle tante persone che credevano anche a voi! ma che oggi non ci credono più. Voi avreste portato la legge a un vero vietnam parlamentare, fatto di trappole e voti segreti in cui a rimetterci sarebbero stati i sogni e i diritti di tante persone. Noi l’abbiamo impedito. Abbiamo impedito che si infrangesse quel sogno di vedere finalmente riconosciuta dallo Stato un’unione d’amore e garantito il diritto alla felicità di chi finora era stato escluso da ogni riconoscimento e tutela.
Certo, la strada per la piena uguaglianza non è conclusa, anzi è ancora lunga e l’impegno del partito democratico non si ferma qui. Ci aspettano molte altre sfide e battaglie importanti, abbiamo già avviato l’iter per una organica riforma delle adozioni, oggi regolata da una legge del 1983, ormai datata, che va aggiornata per rendere più celeri le adozioni sia nazionali che internazionali e che preveda l’adozione piena per le coppie gay e lesbiche, l’adozione per i single e la stepchild adoption, si perché non dobbiamo dimenticare che a quelle bambine e quei bambini noi dobbiamo una promessa: non rimarrete senza diritti…questo è l’impegno del Partito Democratico.
Su questa legge è stato detto di tutto: che non merita l’attenzione del parlamento, che ci sono questioni più importanti, che mette a repentaglio l’idea di famiglia. Niente di tutto questo, cari colleghi. Questo è un testo che amplia i diritti, il benessere, la libertà e la civiltà del nostro paese. E tutte le volte che cresce il livello di civiltà, di libertà e di diritti di una società, miglioriamo tutti insieme. Le unioni civili saranno un nuovo istituto giuridico, in base a ciò che da tempo la Corte costituzionale e la giurisprudenza italiana ed europea ci chiedono: dare garanzie certe alla vita familiare delle coppie gay e lesbiche, attraverso l’estensione delle stesse tutele del matrimonio e dei connessi diritti sociali ponendo le unioni civili nell’alveo dell’articolo 2 della Costituzione. Dall’obbligo di assistenza morale e materiale alla regolamentazione del patrimonio della coppia, dai permessi matrimoniali fino all’eredità e alla reversibilità della pensione.
D’ora in poi due uomini e due donne che vivranno insieme potranno, accanto a due testimoni, celebrare davanti a un sindaco l’unione civile, con buona pace di Alfio Marchini! Inoltre, questo provvedimento nella sua seconda parte, per tutte le coppie che convivono, finalmente mette nero su bianco ciò che da tempo la giurisprudenza riconosce ai conviventi: dal subentro nel contratto d’affitto, in caso di morte del partner, all’assistenza in ospedale, dall’aiuto nell’impresa familiare ai colloqui in carcere, e così tutto l’impianto di diritti essenziali che già i tribunali riconoscono da anni. Tanti attendono questa legge perché vogliono che sia rispettata a pieno l’integrità della propria identità, dei propri affetti e della propria storia. È a loro che voglio dedicare il nostro sì, forte e convinto. Non possiamo deludere chi ha sempre sognato un futuro migliore e gli stessi diritti per tutti. Grazie