Sono meno di mille gli emendamenti presentati in commissione Giustizia alla Camera e che puntano ad apportare modifiche al DDL sulle unioni civili. I numeri non sono ancora definitivi perché gli uffici stanno provvedendo al conteggio definitivo, ma le prime cifre trapelate sono queste: 7 sono gli emendamenti presentati da Micaela Marzano (Pd), 24 circa quelli a firma M5S, 80 circa quelli di Forza Italia tra cui quello presentato questa mattina dal deputato Di Stefano per chiedere l’introduzione dell’obiezione di coscienza; 550 sarebbero quelli della Lega Nord, mentre circa 200 quelli presentati dal Gruppo Misto e Area Popolare. I testi non sono ancora pubblici.
“Il testo uscito dal Senato rappresenta un primo passo contro la discriminazione che una fetta importante di famiglie italiane sono state costrette a subire – ha dichiarato Micaela Campana, relatrice del testo alla Camera e responsabile Diritti Civili del Pd -. Per questo e per recuperare un ritardo non più giustificabile il Pd ha deciso di non presentare alcun emendamento al testo sulle unioni civili, come già affermato dal capogruppo, a fronte delle circa mille proposte di modifica arrivate oggi in commissione“. “Come dimostrato nel ciclo di audizioni, siamo pronti ad ascoltare tutte le posizioni – ha concluso -, ma rispediremo al mittente ogni tentativo meramente dilatorio e ostruzionistico volto solo alla creazione di cittadini di serie b”.
“Dopo la presentazione degli emendamenti al disegno di legge sulle unioni civili e le convivenze di fatto, la prima responsabilità del legislatore è quella di portare a casa la legge senza modifiche, così come uscita dal Senato – ha aggiunto Alessandro Zan, deputato Pd membro della Bicamerale sulle unioni civili -. Fare diversamente, approvando anche uno soltanto dei 940 emendamenti presentati al testo significherebbe rimandare le unioni civili nuovamente al Senato, conducendole verso un binario morto“. “L’Italia – prosegue Zan – si sta rimettendo in pista sul campo dei diritti civili e non può permettersi di perdere questa sfida: ancora pochi passi e avremo una buona legge che pone fine a una pesante discriminazione e riconosce finalmente pari dignità e diritti alla vita familiare delle coppie gay e lesbiche, introducendo anche una regolamentazione delle convivenze di fatto”.