Le unioni civili arriveranno a maggio in aula alla Camera. La decisione è stata ratificata dalla conferenza dei capigruppo che si è tenuta ieri, ma la data esatta non è ancora stata stabilita. Intanto, oggi alle 16 scade il termine per la presentazione degli emendamenti alla legge che saranno discussi in commissione Giustizia. Naturalmente non è ancora possibile stabilire quanti saranno, ma non è difficile prevedere che si parlerà di migliaia di proposte di modifica.
In una conferenza stampa organizzata da ProVita alla Camera e conclusasi da pochi minuti, il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano ha annunciato che presenterà un emendamento che prevede il diritto all’obiezione di coscienza per i sindaci e gli amministratori che daranno comunicazione “di non disponibilità a celebrare questi riti”. L’emendamento nasce dall’iniziativa di ProVita che aveva già avanzato la richiesta durante le audizioni in commissione Giustizia e che negli ultimi giorni ha tentato di reclutare i sindaci. Secondo quanto ha riferito il portavoce dell’associazione Alessandro Fiore, sarebbero cento i primi cittadini che hanno aderito alla proposta (su un totale di circa 8000 comuni italiani).
Stando a Fiore, la legge sulle unioni civili metterebbe alcuni amministratori “davanti ad una scelta drammatica” perché “non parliamo di opinioni personali, ma di convincimenti radicati e diffusi che costituiscono un fatto sociale macroscopico”. A sostegno dell’introduzione dell’obiezione di coscienza, Fiore ha citato il fatto che “le religioni che hanno rapporti con lo Stato sono contrarie a collaborare alla creazione di una unione omosessuale” e questo porrebbe l’attuale testo in contrasto con gli articoli 19 e 21 della Costituzine.
Gli articoli citati da Fiore sono relativi alla libertà di culto e di pensiero. Per la precisione, l’art. 19 recita: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”, mentre l’art. 21 stabilisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Dimentica Fiore che è sempre la Costituzione a sostenere che le confessioni religiose “hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano” (art.8).
La lista dei sindaci che hanno aderito alla proposta di ProVita non è stata resa nota per via, ha spiegato Fiore, della “delicatezza” del tema. Ma alla conferenza stampa era presente il primo cittadino di Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli, tra i primi a sottoscrivere la richiesta dell’associazione. “Da sindaco – ha spiegato- non intendo celebrare unioni tra persone dello stesso sesso, ma non impedirò agli altri amministratori del mio comune di farlo”. “Io mi ritengo a favore della famiglia naturale” ha concluso Agnelli.