“Sono solo i comportamenti a determinare il rischio, non certo l’orientamento delle persone”. Sono queste le parole, scritte in una nota, con cui il Ministero della Salute interviene nella vicenda del modulo per prenotare il vaccino anti-covid in cui gli omosessuali sono identificati come “soggetti con comportamenti a rischio”.
Nel comunicato del ministero, diffuso poco fa, si legge che la ASL 5 di La Spezia “riporta erroneamente, come chiarito dalla stessa Asl, un vecchio documento usato per le donazioni di sangue”.
Com’è ormai noto, però, quel modulo è presente sul sito dello stesso ministero, per di più nella sezione dell’Anagrafe Nazionale Vaccini aggiornata al 2020.
Su questo, il ministero spiega che “la riproposizione in documenti ministeriali di vecchie e superate formulazioni verrà immediatamente corretta”.
In Italia, la donazione del sangue è stata vietata per gli omosessuali dal 1991 al 2001. In quell’anno, infatti, l’allora ministro della Sanità, Umberto Veronesi, firmò un decreto che aboliva il divieto voluto dal predecessore Francesco De Lorenzo.
Da aprile 2001 non fu più obbligatorio indicare di non essere omosessuali prima di donare il sangue. E’ sufficiente indicare lo stato di salute ed eventuali comportamenti a rischio.
La nota del ministero della Salute rilasciata nel pomeriggio lascia intendere che esistano ancora documenti che risalgono al 2000.