Nessun patrocinio del Comune per il Varese Pride, il primo della città lombarda, il terzo della regione, dopo Milano e Pavia. A deciderlo è il comune a cui gli organizzatori avevano fatto richiesta, forti dei tanti precedenti positivi, a cominciare proprio da Milano e Pavia. Ma il consiglio comunale ha deciso all’unanimità: il pride non avrà il patrocinio dell’amministrazione. Perché?
“Questi argomenti sono oggi temi sensibili che spesso nel dibattito nazionale scivolano dal confronto vero alla polemica sterile e alla strumentalizzazione – si legge in una nota diffusa dal Comune -. Il rischio che questo accada è ancora maggiore in un periodo contiguo a quello elettorale, senza una vera utilità per nessuno. In città le persone hanno opinioni e sensibilità variegate. Quindi nulla osta evidentemente per lo svolgimento libero della manifestazione, ma schierare istituzionalmente il Comune non sarebbe corretto. Il patrocinio per altro non aggiunge o toglie nulla di sostanziale all’evento”. Al netto della scelta di un’amministrazione di non supportare una battaglia per l’uguaglianza per tutti i suoi cittadini, naturalmente.
Una scelta che lascia “perplessi” gli organizzatori. “Avevamo chiesto un supporto istituzionale e un’analisi oggettiva della nostra richiesta – dicono il Coordinamento Varese Pride e Insubria LGBT, promotori dell’evento -: aderire per supportare tutti i cittadini indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, una minoranza che è parte integrante del tessuto sociale della città e del Paese tutto e che rivendica diritti e uguaglianza, ma il patrocinio è stato negato con una giustificazione che lascia perplessi, ovvero perché sarebbe un tema divisivo e perché l’evento sarebbe di cattivo gusto”.
La manifestazione, naturalmente, si terrà lo stesso, il prossimo 18 giugno. Ma non è bastato il diniego del Comune per chiudere la questione. Ad accendere gli animi è stato il patrocinio che, invece, è stato concesso dalla Provincia e che non è piaciuto alle destre. Due consiglieri provinciali, infatti, hanno indetto per lo stesso giorno la manifestazione dell’Orgoglio Etero. Piero Galparoli e Giuseppe Longhin, rispettivamente capogruppo di gruppi Liberi per la Provincia e Lega Nord, hanno dichiarato alla stampa locale che “l’organizzazione di questo evento non è per metterci in contrapposizione ad un modo di essere non nostro ma per valorizzare quella condizione di etero che negli ultimi anni è percepita, assurdamente, come negatività”.
E per la loro iniziativa chiedono ora lo stesso patrocinio concesso al Pride e che hanno definito una “imposizione del presidente Vincenzi, senza una condivisione in consiglio, senza una delibera di giunta”. Nonostante sostengano che non ci sia alcuna omofobia nella loro iniziativa, i due consiglieri spiegano che scopo della manifestazione per l’Orgoglio Etero è “ribadire il concetto di famiglia naturale e riequilibrare il concetto di “diritti e doveri” che oggi è a sfavore della famiglia naturale sia sotto l’aspetto morale che sotto l’aspetto legislativo”.Com’è noto, il concetto di “valorizzare famiglia naturale” viene utilizzato dai detrattori dei diritti della gay community in contrapposizione a quella che viene ritenuta famiglia “non naturale”, ovvero quella composta da persone dello stesso sesso e che, a loro avviso, non può essre considerata famiglia allo stesso modo.
È il quarto Pride regionale perché c’è stato anche il Pride di Treviglio (BG) nel 2010