Non è andata giù all’amministrazione comunale di Verona la presentazione dell’ultimo libro di Pierpaolo Mandetta, Dillo tu a mammà, che si è tenuta nella città veneta il 12 gennaio scorso. Per reazione, denuncia l’autore, le autorità locali hanno rilanciato invitando Costanza Miriano per presentare la sua ultima fatica letteraria, il cui tema dominante è la sottomissione femminile. Una novità assoluta, insomma.
La denuncia di Mandetta, sui social
Mandetta denuncia l’accaduto su Facebook: «Il 12 gennaio» scrive «l’Università degli studi di Verona accoglie la presentazione del mio romanzo […] con il patrocinio del Comitato Unico di Garanzia. Ovviamente si è parlato di famiglia, di coming out, di omofobia, diversità, infanzia turbata, di bullismo, ma soprattutto di quanto queste cose facciano soffrire chi le subisce». Poi il dramma: «L’amministrazione di Verona non l’ha presa benissimo. Per ripicca, dunque, il comune ha patrocinato un contro-evento», l’incontro con Miriano, appunto. «Il convegno ha avuto il titolo “Quando eravamo femmine… c’era la famiglia”, organizzato dal circolo Christus Rex». Un nome, una garanzia. E prosegue, Mandetta: «Come disse la celebre opinionista Asia Nuccetelli: poraccitudine has no limits».
Tra “gender” e sodomia
In effetti il consigliere comunale Andrea Bacciga ha riportato sulla sua pagina una dichiarazione che non lascia molto spazio alle interpretazioni: «DILLO TU A MAMMA’ che per ogni vostro convegno noi ne faremo 100!», si può leggere. Maiuscolo e apostrofo al posto dell’accento inclusi. Sul sito del circolo cattolico Christus Rex, nel frattempo, è stato pubblicato un articolo sulla vicenda, intitolato “POLEMICA dei compagni sodomiti sul convegno di domani di Costanza Miriano” – il maiuscolo abbonda anche in questo caso – in cui si accenna proprio alla presentazione di Dillo tu a mammà, ricollocato nel frattempo come libro “gender”. Quando la fantasia supera la realtà, insomma.
Una litania che non sta più in piedi
«Il colore politico è una cosa, i diritti umani sono un’altra» dichiara a Gaypost.it Pierpaolo Mandetta, che attacca frontalmente quanto accaduto a Verona. «Difendere la famiglia tradizionale è una litania che ormai non sta più in piedi, e provoca solo vergogna o risate» dichiara ancora, ricordando il recente caso di Giorgia Meloni «la cui campagna politica si basa su questo, e a cui Repubblica ha chiesto giustamente se la sua fosse una famiglia tradizionale, visto che non è sposata e ha un figlio».
Un’ideologia incompatibile con la libertà
Su quanto sta accadendo da parte delle destre nei confronti dei diritti delle persone Lgbt, lo scrittore non ha molti dubbi: «Sta tragicamente cadendo a pezzi tutto ciò che è fondato sull’ipocrisia» definendo l’idea di “difesa della famiglia tradizionale” come «ideologia incompatibile con la libertà. Famiglia è qualunque nucleo in cui ci sia amore. Amen». Non è bello, insomma, quanto sta accadendo nel comune scaligero: «Nel caso specifico di Verona, si cerca di far indietreggiare il progresso suggerendo che le donne dovrebbero sposarsi, restare incinte e fare “cose da femmine”. Ma le donne non devono fare proprio niente. Devono decidere spontaneamente».
“Rasati, incazzati e tutti neri”
Del convegno che ha visto protagonista la paladina del popolo del Family day ha parlato Giulia Siviero in un articolo su Il Post. «L’incontro comincia alle sei. Il tavolo dei relatori sembra un altare: è coperto da un drappo rosso scuro con il simbolo di un cuore con una croce sopra (una croce di Vandea)» scrive l’autrice. E non è tutto: «La sala è piuttosto grande, mancano pochi minuti all’inizio e ci sono circa settanta persone in attesa. Riconosco qualche giornalista locale, due tizi della Digos, il consigliere comunale alla Famiglia Rosario Russo, il consigliere regionale Andrea Bassi, un gruppone di militanti di estrema destra rasati, tatuati, perennemente incazzati e tutti neri». Giusto per capire quali fossero le simpatie politiche di chi vede la donna come un contenitore. Di figli o di desideri altrui. Di certo, a quanto pare, basta la presentazione di un romanzo che vuole combattere le violenze contro le persone Lgbt, attraverso il piacere della narrazione, per surriscaldare gli animi.