Aggiornamento con alcune precisazioni in calce all’articolo
Se siete di Vicenza e volete unirvi civilmente con il vostro comapgno o la vostra compagna, probabilmente la prima cosa che vi viene in mente è andare sul sito del comune per cercare informazioni. Preparatevi ad un’amara sorpresa. Perché digitando “unioni civili” nell’apposito campo di ricerca del sito istituzionale verrete rimandati ad una sottosezione della pagina riservata alle “persone con disabilità”, riproponendo l’accostamento tra omosessualità e malattia. Un errore (imperdonabile) del webmaster o c’è dell’altro?
Il comune di Vicenza è guidato dal 2008 da Achille Variati (Pd) che pure lo scorso 18 giugno aveva fatto sapere tramite la stampa locale, che avrebbe messo la Sala degli Stucchi (la più prestigiosa di Palazzo Trissino) a disposizione delle celebrazioni delle unioni civili. Una posizione di apertura non nuova per Variati che nel 2013 aveva attaccato duramente la sua antagonista leghista per la sua condanna al patrocinio del comune al Vicenza Pride. “Ci sono voluti decenni di battaglie per i diritti civili e per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica per superare l’idea dell’omosessualità come qualcosa da nascondere o peggio di cui doversi vergognare – scriveva in quell’occasione il sindaco -. Davvero fatico a scorgere cosa vi sia di liberale in una posizione come quella espressa dall’onorevole Dal Lago. Il Comune ha dato il proprio sostegno e la propria adesione al gay pride organizzato per giugno, che sarà un’occasione di confronto, conoscenza, approfondimento, non certo un’esibizione provocatoria come forse spera chi ha la testa inesorabilmente rivolta indietro: non verso le cose migliori del passato, ma verso le peggiori”.
Ora, però, quella classificazione delle unioni civili nella sezione riservata alle disabilità, stona con tutto questo e rischia di allineare Vicenza alle amministrazioni che si stanno distinguendo in peggio, in queste settimane, invece che alle altre.
Aggiornamento: ci segnalano che la voce “unioni civili” appare anche nella sezione “donne” e “adulti”. Pare, duqnue, che il comune di Vicenza abbia voluto inserire le informazioni non come generiche per tutti i cittadini, ma come sottosezione di alcune categorie di questi. Una scelta che appare incomprensibile, da un punto di vista di fruibilità delle informazioni stesse e che, come visto, sortisce effetti negativi dal punto di vista della comunicazione. Chi, infatti, intende unirsi civilmente, non cerca informazioni in quanto donna o disabile o adulto, ma in quanto cittadino/a. Rimane, tra l’altro, il fatto che cercando “unioni civili” sul sito del comune il primo risultato che appare è quello che rimanda alla pagina delle persone con disabilità.