Chiedono che «il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco partecipi […] in forma ufficiale» al prossimo Roma Pride. È quanto si apprende da una nota dell’Unione sindacale di base dei Vigili del Fuoco, firmata da Costantino Saporito, il pompiere che la scorsa estate sfilò in divisa per le vie della Capitale insieme alla comunità Lgbt e che per questa ragione fu oggetto di un provvedimento disciplinare. L’Usb, in previsione del prossimo corteo, rilancia e chiede un impegno più grande da parte del corpo d’appartenenza.
Il messaggio in cui possiamo leggere la richiesta di adesione formale va oltre il semplice impegno istituzionale, ma diviene un vero e proprio atto di impegno civico contro le discriminazioni: «Per noi Vigili del Fuoco aderenti a Usb» si legge infatti «sappiamo che essere “pompieri” vuol dire essere acclamati in più occasioni come eroi per poi essere sempre traditi dalle istituzioni. Il “Pride” che è notoriamente la manifestazione di piazza più colorata di sempre, sicuramente ci aiuterà a dare un volto “nuovo” alla vera immagine del nostro lavoro di soccorritori, che non ci fa chiedere a chi è in pericolo se e gay, lesbica, trans, bisessuale, etero, clandestino, ecc».
Il legame tra lotta per i diritti civili e lotte sindacali si inserisce, secondo l’Usb dei Vigili del fuoco, in un panorama più ampio di difesa della democrazia del nostro Paese: «Il compito di un vero sindacato è quello di aggregare e sostenere chi difende i propri diritti e ne rivendica altri nel rispetto dei valori repubblicani della nostra Costituzione». La lotta per la piena uguaglianza di fronte alla legge – dall’approvazione del matrimonio al riconoscimento della prole nata all’interno delle coppie omogenitoriali, per ricordare solo due degli aspetti rivendicativi del nostro movimento – va assimilata all’impegno per ottenere salari dignitori, copertura sanitaria o il diritto alla pensione. Questo è il messaggio che si vuole lanciare.
La partecipazione dei pompieri italiani al pride di Roma si inserisce, per l’Usb, in un percorso che negli altri paesi è ormai consuetudine: «Come già avviene in moltissimi paesi civili», possiamo leggere ancora «la partecipazione al Pride dei vigili del fuoco è quella chiave di volta necessaria per dire no al razzismo e all’ondata xenofoba che sta colpendo la nostra società». Lo Stato, attraverso i suoi corpi di vigilanza, deve dunque dare un segnale alla società: «Diviene necessario istituzionalizzare la “nostra” partecipazione a tale evento come sarebbe auspicabile che i vigili del fuoco, quale corpo sociale di stato, partecipino ufficialmente a quelle manifestazioni a scopo umanitario».
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