Due uomini, Steven Samba e Japhet Chataba, sono stati condannati a 15 anni di reclusione da un tribunale dello stato africano dello Zambia. L’accusa? Essere gay e avere una relazione.
Il processo ai due uomini è iniziato un anno fa a causa della denuncia di Kapiri Mposhi, impiegato di un albergo. Secondo Mposhi i due avrebbero consumato un rapporto sessuale al quale egli stesso avrebbe assistito da una finestra.
La corte, già all’epoca, li aveva dunque condannati a quindici anni di carcere per aver commesso «atti contro natura». Sentenza alla quale i due ovviamente hanno fatto appello, ma che nei giorni scorsi la Corte ha confermato.
L’ambasciatore statunitense in Zambia, Daniel Forte, si è detto sdegnato per questa sentenza. Criticando l’amministrazione della giustizia nel paese africano ha sostenuto che lo Zambia applichi due pesi e due misure per giudicare i crimini. «Personalmente sono inorridito. Non c’è stata alcuna violenza, i due uomini hanno avuto un rapporto consensuale. Ai funzionari governativi è concesso di rubare milioni di dollari di fondi pubblici senza essere mai processati, quando i politici picchiano i cittadini perché osano esprimere solamente la propria opinione, nessuno dice nulla», ha affermato Forte.
Il ministro degli Esteri dello Zambia, Joseph Malanji, non ha preso bene le critiche dell’ambasciatore Usa e ha dichiarato che manderà una lettera di proteste a Washington. Secondo Malanji «Mettere in discussione la decisione (della magistratura) da parte di un rappresentante di un governo straniero equivale a mettere in discussione la Costituzione dello Zambia. Fino a quando la Costituzione dello Zambia non verrà modificata, i tribunali governeranno sempre secondo la Costituzione dello Zambia».
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